Non usa mezzi termini Matteo Bassetti, l’infettivologo del San Martino di Genova in collegamento con L’Aria Che Tira.
“Purtroppo non siamo stati capaci, nei primi due mesi del 2021, di mettere in sicurezza tutte le persone più anziane e più fragili”, dice Bassetti, mostrando tutto il suo disappunto per questa nuova Pasqua in lockdown. Il responsabile del San Martino di Genova ammette in maniera sincera di non aver preclusioni nei confronti di Sputnik, il vaccino russo, evidenziando come la campagna vaccinale abbia mostrato lacune molto gravi.
Cosa non ha funzionato secondo Matteo Bassetti?
“Passi di mettere in sicurezza gli operatori sanitari a contatto con i pazienti, ma quelli che stavano nel luogo più recondito dell’ospedale probabilmente potevano aspettare”, dice ancora Matteo Bassetti.
Che qualcosa non abbia funzionato, da quel 27 dicembre dello scorso anno, giorno in cui mezza Europa celebrava l’inizio della riscossa contro il Covid con l’arrivo in Italia delle prime dosi di Pfizer, è cosa ormai evidente.
“Vedere che in Italia abbiamo vaccinato la fascia di età 70-79 quanto quella 20-29 è evidente che qualcosa non ha funzionato”, insiste il Professor Matteo Bassetti. “Quindi abbiamo vaccinato chi poteva essere anche evitato e i dati delle terapie intensive lo dimostrano”.
Qualcuno obietta che le terapie intensive, purtroppo, stanno accogliendo anche molte persone di età compresa tra i 30 ed i 40 anni, ma è evidente a tutti che la poderosa macchina da guerra sbandierata a inizio anno sia stata un flop.
Dopo l’incontro con il Generale Figliuolo, Matteo Bassetti auspica che anche durante queste vacanze di Pasqua prosegua in maniera spedita la vaccinazione. “Sarebbe gravissimo che ci si fermasse, noi lavoriamo incessantemente”, dice ancora il medico in collegamento da Genova. “Ho avuto la fortuna di incontrare il Generale, ho trovato finalmente quella concretezza e quel pragmatismo di cui la nostra campagna vaccinale aveva bisogno”, conclude Matteo Bassetti.
Rivendicando soddisfatto i primi risultati avuti nell’utilizzo dei monoclonali su alcuni pazienti.