Valerio e Marina, genitori di Marco Vannini, dopo una lunga attesa durata quasi 6 anni, hanno ascoltato in aula la sentenza contro i responsabili della morte del figlio.
Il giovane misteriosamente ucciso nella notte tra il 17 e 18 maggio 2015 ha finalmente avuto giustizia con la condanna di Antonio Ciontoli, sua moglie ed i figli della coppia. Quella drammatica notte Marco è morto mentre si trovava in casa della fidanzata, a Ladispoli, a causa di un colpo di pistola. Dopo la sentenza, i genitori della vittima si sono lasciati andare ad uno sfogo liberatorio rilasciando poche ma incisive parole: “Giustizia è stata fatta per Marco Vannini”.
La condanna degli imputati è arrivata dopo anni di processi ed è stata emessa dalla Cassazione, massimo grado di giudizio italiano, che ha deliberato che ad uccidere la vittima è stato Antonio Ciontoli, con la complicità di tutta la sua famiglia. Anche Maria Pezzillo, Federico Ciontoli e Martina Ciontoli sono stati condannati in via definitiva.
Le prime parole dei genitori di Marco Vannini dopo la sentenza
Prima della lettura della sentenza da parte dei giudici della Corte Suprema di Cassazione, i genitori di Marco Vannini hanno continuato con convinzione ad accusare la famiglia della fidanzata del figlio: “I Ciontoli hanno sempre mentito, continuano a mentire e non si vogliono prendere le loro responsabilità”.
La madre di Marco Vannini, Marina Conte, dopo la lettura della sentenza ha commentato: “Ci siamo battuti per 6 anni, la paura c’è sempre ma ci abbiamo creduto fino alla fine. Ora giustizia è fatta“. Anche Valerio Vannini, padre della vittima, si è detto soddisfatto ammettendo: “Sono contento che finalmente è stata fatta giustizia per Marco. Gli avevamo promesso un mazzo di fiori se fosse stata fatta giustizia e domani è la prima cosa che farò”.
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Per l’omicidio Vannini, la Suprema Corte di Cassazione ha confermato quanto sentenziato dall’appello bis, condannando con l’accusa di omicidio volontario Antonio Ciontoli, che dovrà scontare una pena di 14 anni di carcere. Invece con l’accusa di concorso anomalo in omicidio volontario sono stati condannati la moglie Maria Pezzillo ed i figli Federico e Martina, con pena detentiva di 9 anni e 4 mesi.