Coronavirus, bambino di due anni ricoverato in terapia intensiva

Martina

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Coronavirus bambino terapia intensiva

Ha solo due anni il bambino che in Germania è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva a causa del coronavirus.

Il piccolo, viene da Berlino, ma nella capitale non c’era più posto. E’ stato quindi ricoverato all’ospedale di Postdam, il più grande del Brandeburgo.

Bambino di due anni positivo al coronavirus: ricoverato in terapia intensiva

Secondo Thomas Erler, un medico operante nella clinica dove il bambino ha trovato posto, il coronavirus non si fermerà di fronte a bambini e neonati.

Il piccolo nei giorni scorsi aveva manifestato febbre altra e i sintomi tipici collegabili al Covid-19. Fortunatamente rispetto ai giorni scorsi, la febbre è già scesa.

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coronavirus bambino

Tuttavia rimane ancora ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Ernst von Bergmann di Potsdam, in Germania.

I contagi in Germania sono quasi 4mila e secondo gli esperti sono destinati ad aumentare. Con il numero dei decessi che ha raggiunto quota 8, le autorità hanno deciso di chiudere le scuole.

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La zona più colpita è quella del Nord Reno Westfalia, con la Baviera al secondo posto e il Baden Wuerttemberg al terzo.

Secondo l’OMS l’80% dei contagi è asintomatico

La pericolosità del coronavirus deriva principalmente dal fatto che è molto contagioso. Secondo l’OMS l’80% dei contagiati è asintomatico o ha contratto una forma lieve della malattia.

In Italia il numero dei contagi è salito a quasi 15mila. Le conseguenze dei nuovi decreti del presidente Conte sono ancora lontani. Ci vorrà ancora tempo prima di raggiungere il picco.

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I decessi sono oltre 1200 e la maggior parte dei pazienti deceduti aveva già una o più patologia pregressa. In ogni caso nel nostro Paese i numeri sono destinati ad aumentare.

Lo dice la Waidid (l’associazione mondiale delle malattie infettive e i disordini immunologici:

“In Italia Covid-19 ha una letalità fino a 12 volte maggiore rispetto ad altri Paesi, e comunque si tratta della più alta del mondo. A contribuire a questo tragico primato sono l’eterogeneità dei trattamenti in tutto il territorio e la scarsa tracciabilità dei casi positivi asintomatici a cui non viene effettuato il tampone nonostante siano stati a stretto contatto con uno o più pazienti accertati, contribuendo in modo inarrestabile alla crescita del contagio”.

Rinnoviamo la più importante raccomandazione, ovvero quella di stare a casa e di evitare di uscire se non strettamente necessario. Solo così riusciremo ad uscire da questa situazione che sembra ogni giorno di più un incubo.

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