Lo sfogo di rabbia del padre di Michele Merlo: “Mio figlio mandato via dall’ospedale, poteva salvarsi” rivela l’uomo

Caterina

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La rabbia del padre di Michele Merlo

Nella tarda serata di domenica 6 giugno si è spento Michele Merlo, 28 anni, le cui condizioni sin da subito hanno destato preoccupazione. Il cantante era ricoverato nel reparto di terapia intensiva presso l’Ospedale Maggiore di Bologna dopo essere stato colpito da un’emorragia celebrale dovuta ad una leucemia fulminante. L’ex protagonista di Amici 16 era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico ma poi le sue condizioni stazionarie sono peggiorate. La sua morte improvvisa è stata annunciata  dai consulenti della famiglia Merlo attraverso  una nota.

Prima dell’infausto evento il padre, Domenico Merlo, aveva parlato di speranze ridotte al lumicino rilasciando delle dichiarazioni a La Repubblica Bologna. Il padre del giovane prima della morte improvvisa del giovane cantante si era lasciato andare ad uno sfogo di rabbia, che ha determinato l’apertura di un’indagine dell’Ausl.

Da quanto riferito dal padre, il cantante lo scorso mercoledì si era rivolto al pronto soccorso dell’Ospedale di Vergato dove è stata rimandato a casa: le sue condizioni non sarebbero state prese in considerazione, in quanto ritenute non serie. Nel suo sfogo di rabbia il signor Merlo ha rivelato che il figlio è stato mandato a casa perché intasava il pronto soccorso per due placche alla gola”.

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Il padre del cantante ha così fatto sapere che suo figlio presentava dei sintomi eclatanti già lo scorso mercoledì, e che forse avrebbe potuto salvarsi se sottoposto ad una visita più approfondita. Ma al pronto soccorso di Vergato l’hanno rimandato a casa, anche se lamentava dei sintomi rivelatori della leucemia: una forte emicrania da giorni, dolori al collo, placche in gola.

 

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La rabbia del padre di Michele Merlo

Domenico Merlo ha fatto sentire tutta la sua rabbia: “Se l’avessero visitato avrebbero visto che aveva degli ematomi. Non abbiamo un referto medico ma un braccialetto col codice a barre che io ho a casa. E un audio che mio figlio ha mandato alla morosa: ‘Sono incazzato, mi hanno detto che intaso il pronto soccorso per due placche in gola’. Invece lui era stanco…Michele aveva due braccia così. Faceva sport, non beveva, non ha mai usato droghe, gli piaceva la bella vita, mangiare bene, le cose belle, ha girato l’Italia in lungo e in largo”.

Dopo essersi rivolto al pronto soccorso, a Michele Merlo è stata prescritta una terapia antibiotica, e l’hanno dimesso malgrado avesse la febbre a 39. Suo padre ha anche rivelato che il giovane dopo essere andato a Vergato, il giorno dopo ha chiamato il suo medico di famiglia a Bassano, che gli ha consigliato un altro antibiotico ma senza vederlo.

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“La terapia iniziale era sbagliata a prescindere. Il primo soccorso, nella serata in cui mio figlio è finito in ospedale, è stato condizionato da un medico non proprio professionale che non può fare quel tipo di interventi, non tiene la tensione quando è sotto stress. Non voglio puntare il dito contro nessuno. Mi interessa che certi errori non si debbano ripetere, se di errori si tratta. Che chi ha sbagliato così oggi non sbagli domani – lo sfogo di Domenico Merlo a La Repubblica Bologna.

Le condizioni di Mike Bird, che era stato indotto in coma farmacologico dai medici, sono peggiorate nel corso delle ore fino al suo decesso che ha sconvolto familiari, amici e conoscenti del giovane.

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