Omicidio Imola, in uno scatto d’ira, un 44enne napoletano ha investito e ucciso l’uomo che qualche giorno prima aveva rubato il cellulare di suo figlio.
Attualmente si trova in stato di fermo, dopo essersi costituito alla polizia. Ma dopo la confessione adesso si difende: “Non lo volevo uccidere”.
Omicidio a Imola: un furto trasformatosi in tragedia
La vittima è un marocchino regolare che pochi giorni prima, aveva rubato un cellulare ad un minorenne. Suo padre, con cui il giovane aveva già avuto diversi screzi, ha deciso di fargliela pagare, investendolo con il suo fuoristrada.
In un primo momento le autorità avevano pensato ad un incidente stradale, che ben presto si è trasformato in un’accusa di omicidio volontario aggravato.
Vittima e carnefice si erano picchiati la notte di Capodanno, dopo che il 34enne aveva rubato il cellulare del 44enne. Era stato necessario l’intervento della polizia che aveva denunciato quest’ultimo per lesioni.
Il 5 gennaio in via Mameli, si è infine consumata la tragedia. Il 44enne dopo aver girato per la città a velocità sostenuta (tanto che perfino la polizia era stata allertata), ha trovato il marocchino in un vicolo stretto e lo ha investito, uccidendolo.
L’uomo è morto durante il trasporto in ospedale, nonostante i tentativi di salvarlo da parte dei medici, non ce l’ha fatta.
Le indagini
E se in un primo momento sembrava trattarsi di un normale incidente stradale, le autorità, guidate dal magistrato Anna Cecilia Maria Sessa, ci hanno messo ben poco a capire l’esatta dinamica dell’incidente.
Nel frattempo l’operaio di 44 anni si è costituito in stato confusionale nel commissariato più vicino. Lì ha ammesso le sue responsabilità, affermando però di non aver avuto intenzione di uccidere la vittima.
Al momento, la Procura di Bologna sta ancora lavorando sul caso, con lo scopo di capire come sono andate esattamente le cose.
L’uomo è stato arrestato con la pesante accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Luca Sebastiani, l’avvocato dell’operaio 44enne, afferma che il suo assistito non aveva intenzione di uccidere il ragazzo.
“Voleva solo sbarrargli la strada, ma il buio e la conformazione stretta della via gli hanno fatto sbagliare manovra e pur non volendolo ha investito la vittima”.
Ricostruzione ben diversa da quella fatta dagli inquirenti, visto che secondo le testimonianze di alcuni cittadini, sul luogo dell’omicidio, non sono presenti tracce di frenate.
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