Una madre cerca di annegare i suoi figli, il cane l’attacca per salvarli e finisce nei guai

Caterina

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Questa commovente storia non lascia alcun dubbio sul fatto che il cane sia un animale fedele e sensibile, capace di fiutare pericoli e di dimostrare la sua grande lealtà. Questo quanto si evince dalla vicenda che ha interessato una madre residente nel Nuovo Galles del Sud, in Australia, la quale ha cercato di annegare i due figli di 5 e 9 anni, portandoli al fiume Murray.

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Dopo che il più grande è annegato, il piccolo ha iniziato ad urlare in preda al panico mentre la madre lo stava portando acqua. Subito è apparso un cane di razza pitbull, che si è reso conto della situazione pericolosa e l’ha attaccata. Dopo l’episodio, la donna ha deciso di costituirsi in commissariato, ed è stata arrestata perché aveva violato la libertà vigilata, infatti era già stata arrestata e rilasciata circa un mese prima. Le ricerche per trovare i bambini che la donna voleva annegare nel fiume Murray sono prontamente partite, ma dopo aver trovato il corpo del più piccolo, si temeva anche per la vita del più grande, ma alla fine il figlio maggiore è riuscito a sopravvivere.

Una madre cerca di annegare i suoi figli, il cane l’attacca per salvarli

I nonni dei bambini erano responsabili per loro, dopo averli presi in affido da 18 mesi ed aver avvertito le autorità del pericolo a cui erano esposti per via della loro madre: “Abbiamo presentato notevoli reclami ai servizi per la famiglia e l’infanzia ed al dipartimento dei servizi penitenziari in merito al rischio imminente che i ragazzi correvano di fronte al rilascio della madre dal carcere” – come reso noto dall’avvocato dei nonni.

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La donna è in attesa di essere processata in tribunale per omicidio, ma anche il cane ha rischiato una grossa pena passando da eroe a colpevole. Sebbene grazie al suo istinto protettivo sia riuscito a salvare uno di loro ha rischiato l’eutanasia per l’aggressione della donna. Alla notizia della condanna della donna per omicidio premeditato, con pena tramutata in carcere a vita, si è affiancata quella della pena per l’animale.

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Ma la sua famiglia si è mobilitata avviando una raccolta firme per chiedere che a Buddy fosse salvata la vita, in quanto non si trattava di un cane pericoloso. Malgrado abbia aggredito lo ha fatto per salvare i bambini, una tesi portata avanti dalla petizione che in due giorni ha fatto registrare più di 50000 firme, un segnale forte che ha spinto le autorità a decidere per il rilascio di Buddy, che è tornato a casa. La famiglia ha voluto ringraziare di cuore tutti coloro che hanno perorato la causa del pitbull.

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