In piena pandemia chiede la carità con il figlio disabile sulle spalle

ALICE IZ

In piena pandemia chiede la carità per pagare l’affitto

Tutto il mondo è paese, ma alcune realtà soffrono quello che sta causando la pandemia da Coronavirus molto più di altre. Questa storia arriva dal Guatemala, piccolo stato centro americano, dove una donna è costretta a chiedere la carità insieme al figlio disabile per poter pagare l’affitto.

Storie ed immagini che spiegano, da sole, la durezza di questa situazione che ha aggravato, come in Guatemala, realtà già molto difficili.

Catalina García Pérez è una donna di 62 anni che vive a Lo de Fuentes (Mixco, Guatemala), insieme al figlio, Geronimo.

Una vita di stenti certo, ma mai così drammatica come da quando, anche in Guatemala, è arrivata la minaccia della pandemia in atto. Catalina è costretta a chiedere la carità con il figlio sulle spalle.

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Pochi giorni fa il Presidente del Guatemala ha annunciato altri sette giorni di lockdown totale, per tentare di fermare i focolai del virus. Così, in un Paese già provato da una situazione economica non certo brillante, con il turismo bloccato, la povertà dilaga.

E scene come quella che ritraggono Catalina, non sono poi così rare

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In piena pandemia chiede la carità per pagare l’affitto

Catalina ogni giorno è costretta a portarsi il figlio sulle spalle, non potendo lasciarlo in altri posti, per via dei controlli delle forze dell’ordine locali.

Munita di mascherina vaga per le strade del piccolo centro dove abita, con la speranza di riuscire a raggiungere quella cifra che le consenta di pagare l’affitto.

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Negli occhi di Catalina è facile leggere tutto il dolore, la disperazione, ma anche la straordinaria forza di volontà che la sorregge in un momento così drammatico e in una vita, la sua, fin troppo difficile.

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Questa pandemia ha messo a nudo le condizioni di grande povertà cui è costretta, purtroppo, una larga fetta di persone.

Esseri umani che non si arrendono, come Catalina. Che ogni giorno, con il figlio sulle spalle, spera sempre in un piccolo miracolo quotidiano.

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