Battesimo: addio a padrino e madrina. La notizia arriva da Sulmona, piccolo centro in provincia dell’Aquila. Il vescovo Michele Fusco ha detto stop: basta padrini e madrine per cresima e battesimi.
Quelli che erano considerati due appuntamenti classici nella vita di figli e nipoti come appunto i sacramenti del battesimo e della cresima, non vedranno più le figure finora ritenute indispensabili, del padrino o della madrina.
È lo stesso Vescovo a spiegarlo in maniera molto diretta, andando a cogliere il significato della sua scelta: “Spesso vengono scelti solo per interesse”.
E così, le cerimonie riguardanti battesimo e cresima nella Diocesi di Sulmona saranno celebrate con la presenza dei soli genitori.
Battesimo: addio a padrino e madrina con un decreto
Con il decreto “ad experimentum”, firmato il 16 luglio, con una validità di tre anni, Monsignor Fusco dice stop a figure che con il significato religioso c’entravano sempre meno.
La decisione ovviamente ha alzato qualche polverone, ma il Vescovo non sembra intenzionato a modificarla.
Spiega anzi che il compito della Chiesa è quello di leggere ed interpretare la società e le sue evoluzioni, tentando di mantenere integri alcuni capisaldi.
“Molti padrini e madrine non hanno consapevolezza del ruolo a cui sono chiamati”, afferma perenotorio.
“Sempre piu spesso sono scelti con criteri e finalità diverse (parentela, amicizia, interesse). Senza considerare lo specifico ruolo che il padrino o la madrina è chiamato a svolgere. Ovvero trasmettere la fede che deve vivere in prima persona per poi poterla testimoniare”.
Non ci ha girato quindi attorno il Vescovo di Sulmona, ed anzi ha colto perfettamente il punto centrale della questione.
Addio così ad acconciature, abiti firmati, foto e regali, quello che era diventato in sostanza il ruolo che svolgevano il padrino e la madrina.
Il vescovo Michele Fusco, tra una sgambata in bicicletta e una chiacchiera con gli abitanti se ne è accorto, ed ha deciso di interrompere questa consuetudine.
Ricordando che i protocolli della Chiesa non obbligavano, per battesimo e cresima, alla presenza di queste figure.
L’usanza delle stesse era una facoltà, con un suo significato ben preciso, quanto ormai dimenticato dalla maggior parte delle persone.
Puntigliosamente Monisgnor Fusco ricorda che il diritto canonico è molto chiaro al riguardo: “Una vita conforme alla fede”, questo doveva essere il presupposto per la scelta di queste figure.
Sorridendo, ma in modo molto deciso, ha pensato bene di sospendere un rito che con l’aspetto religioso non aveva più nulla in comune.
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