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Coronavirus: niente posti in terapia intensiva. Muore un uomo di 80 anni

Martina

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Sono settimane che i medici stanno lanciando un importante allarme. Quello che riguarda il coronavirus e la terapia intensiva. O meglio, la mancanza dei posti in terapia intensiva.

E a Crema, in provincia di Cremona, un ottantenne positivo al coronavirus è morto senza aver ricevuto le cure necessarie. La vicenda è stata raccontata da La Stampa.

80enne morto a causa del coronavirus: niente posti disponibili in terapia intensiva

Orietta S. la figlia dell’uomo di ottant’anni morto a Crema a causa del coronavirus non si dà pace. Il suo papà è deceduto il 2 marzo, in ospedale, dove era stato ricoverato a seguito di un improvviso malore.

Ma al suo arrivo la tragica scoperta: in terapia intensiva non c’era più posto, così dopo alcune ore l’ottantenne è deceduto.

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“Ho visto mio padre uscire su una barella e poi in una cassa chiusa al cimitero. Non gli è stato concesso un funerale. Due parole rapide del parroco e via, tumulato sotto quattro pietre”, ha raccontato Orietta, che si rammarica di non essere riuscita a dirgli che gli voleva bene.

La mancanza dei posti in terapia intensiva è un allarme che i medici hanno lanciato già da molti giorni. Da qui la raccomandazione diventata poi un decreto di stare a casa. Solo evitando i contagi i positivi al coronavirus potranno avere il supporto e le cure necessarie.

terapia intensiva

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Secondo Orietta S. suo padre, prima del ricovero non mostrava i sintomi tipici del coronavirus.

“Mio padre non ha mai avuto i sintomi del coronavirus. Martedì 25 febbraio è caduto in casa. Mi ha detto che aveva avuto un giramento di testa. E anche nei giorni successivi diceva di sentirsi stanco. Così venerdì ho chiamato il medico per un controllo. È stato lui ad accorgersi che aveva un focolaio al polmone e ha chiesto l’intervento di un’ambulanza. Ha chiamato quattro ospedali, ma erano tutti al collasso. Alla fine ha trovato posto a Crema: erano le 5 del pomeriggio di venerdì 28 febbraio. Era un uomo in forma. Aveva 80 anni, ma sembrava uno di 60”.

Prima il ricovero e poi il dramma

Secondo il racconto della donna, suo padre conduceva una vita normale, gli amici, le pastiglie per la pressione e il bar.

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Il vero dramma è cominciato subito dopo il ricovero. Secondo Ornella suo padre non ha mai raggiunto la terapia intensiva. Ogni volta che chiamava in ospedale le telefonate erano sempre brevi e inconcludenti.

D’altra parte i medici sono da settimane troppo impegnati a prendersi cura dei malati.

“Non credo che sia neppure arrivato in quel reparto. So solo che, quando ho chiamato domenica, mi ha risposto un medico che era molto preso. Mi ha detto: ‘Signora, deve capire, noi siamo nella me***. Il papà è intubato e sedato in sala operatoria, in attesa che si liberi un posto in terapia intensiva”.

Durante il ricovero Ornella ha continuato a chiedere notizie. Suo papà alla fine è morto il due marzo alle 20.30 di sera. La donna ad oggi, non sa ancora cosa sia realmente successo.

“Il giorno dopo la sua morte si è presentato a casa mia il maresciallo dei carabinieri. Non so dire che cosa ho provato quando l’ ho visto: avevo già capito”.

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