Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri intervenuto a Domenica In, nello spazio dedicato al Covid, analizzando il contesto attuale in Italia ha fatto delle previsioni relative alle prossime settimane annunciando: “La variante Omicron raggiungerà tutti, non c’è scampo. Non c’è dubbio che entro la fine del 2022, salvo che arrivi un’altra variante, quasi tutta la popolazione avrà incontrato questa variante. Chi è vaccinato sarà più protetto e potrà avere probabilmente una forma più leggera, ma chi non lo è ha molti più rischi di andare in terapia intensiva”.
Il sottosegretario alla Salute ha confermato ai microfoni di Domenica In, che è necessario fare una netta distinzione tra positivi e malati, una misura che richiede a sua volta una revisione delle regole finora adottate per classificare i contagi, visto che la variante Omicron per la sua elevata trasmissibilità ha portato una nuova criticità.
Il parere di Sileri sulla variante Omicron e sui contagi Covid
Nel corso del suo intervento Sileri ha precisato quali sono le principali difficoltà nel rilevamento dei contagi: “[…] Oggi circolano sia la variante Omicron che la Delta e la Delta dà problemi. La maggioranza di coloro che sono in intensiva sono infatti in gran parte infettati dalla Delta e non vaccinati. Vanno in intensiva anche infettati da Omicron, ma è meno probabile. Le regole verranno ulteriormente modificare e alleggerite credo molto presto. Vediamo adesso come vanno i contagi e facciamo una distinzione tra positivi e malati, considerando che i positivi non sono malati”.
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Il sottosegretario alla Salute ha poi reso nota la sua posizione su una questione che ha fatto scoppiare le polemiche tra gli esperti, diventato motivo di tensioni soprattutto tra Matteo Bassetti ed Andrea Crisanti, dichiarando di essere favorevole alla diffusione del bollettino quotidiano sui contagi, inoltre ha suggerito che venga redatto un report più dettagliato, come ha precisato: “È giusto dare il dato ma deve essere dettagliato e i numeri vanno spiegati. In questo momento non è il positivo che conta ma il soggetto che va in ospedale, scomponendo però chi vi entra per altri motivi”.