21enne inglese muore a causa di una pillola dimagrante

Martina

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muore a causa di una pillola

Muore a causa di una pillola dimagrante che conteneva delle sostanze pericolose e nocive. E’ successo nel 2015 a Eloise Parry, una 21enne di Shrewsbury, in Gran Bretagna.

La ragazza è deceduta dopo aver assunto otto capsule di dinitrofenolo (DNP), che solo ora si è scoperto contenessero delle sostanze chimiche utilizzate negli esplosivi della Prima Guerra Mondiale.

Muore a causa di una pillola dimagrante: la storia di Eloise

E’ successo nel 2015, ma solo adesso, dopo le scioccanti scoperte si è arrivati ad un processo, in cui Bernard Rebelo, un 32enne di Gosport, nell’Hampshire, è accusato di omicidio colposo.

Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe acquistato la pericolosa sostanza da una fabbrica chimica cinese nel 2013. Per poi rivenderla in compresse a persone residenti in diversi Paesi del mondo, tra cui la vittima.

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Il tribunale britannico afferma che Eloisa era bulimica e che era diventata fortemente dipendente da questa sostanza chimica, nello specifico il DNP.

Bernard Rebelo, pubblicizzava le pillole dimagranti nel suo sito web, ora rimosso. La sostanza nociva, una polvere gialla, ha effetti dimagranti, ma anche molti effetti collaterali gravi. Tra cui insufficienza multipla a livello di organi, arresto cardiaco e coma.

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Addirittura, durante la Prima Guerra Mondiale, era stata usata come esplosivo nelle munizione. L’uomo però nega tutte le accuse, nonostante stia per essere giudicato per omicidio colposo.

Il procuratore Richard Barraclough QC ha dichiarato durante il processo che assumere il DNP è come partecipare ad una “roulette russa”: ” “Se lo prendi, potresti vivere o potresti morire”.

Non si sa se la vittima, studentessa della Wrexham Glyndwr University, conoscesse i reali rischi o se la dipendenza abbia preso il sopravvento.

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Secondo la corte infatti, il DNP è particolarmente pericoloso per le persone con disturbi alimentari in quanto il livello di tossicità è relativo al peso di una persona.

Le accuse

Chi invece era perfettamente a conoscenza dei rischi era proprio l’accusato. Barraclough ha dichiarato: “Sapeva che era pericoloso, non solo perché uno dei suoi associati aveva consumato DNP e aveva subito alcuni dei suoi effetti tossici, ma perché era noto che un numero non indifferente di autorità e organizzazioni mettevano in guardia contro il pericoli legati al consumo della sostanza chimica “.

Al momento, il processo è ancora in corso, in attesa di ulteriori sviluppi che possano far luce sull’assurda morte di una ragazza di 21 anni.

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