Un altro infermiere rifiuta il vaccino anti Covid malgrado la normativa approvata proprio per evitare tali circostanze, si tratta di un 52enne attivo all’ospedale di Torrette, nel reparto di Gastroenterologia e segretario regionale del sindacato LaIsa.
Enzo Palladino per difendere la sua decisione da “no-vax” ha iscritto una lettera indirizzandola al ministro Speranza, al presidente della Repubblica Mattarella ed all’Asur. Ma Enzo Palladino ha precisato che la definizione no-vax non lo rappresenta, in quanto superficiale e populista, invece la sua posizione non è avversa ai vaccini, ma solo a quella che considera una “terapia sperimentale”.
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L’infermiere rifiuta il vaccino e motiva la sua posizione ferma con uno sfogo dal tono deciso: “La mia persona, la mia vita, la mia libertà e la mia dignità valgono più di una sperimentazione. Non ho fatto il vaccino e non intendo farlo, pertanto vi chiedo di sospendermi dall’attività lavorativa, privandomi della retribuzione, proprio come stabilito dal decreto legge 44/2021 per ‘punire’ chi come me non accetta il ricatto di essere sottoposto alla ‘vaccinazione’”.
Infermiere rifiuta il vaccino anti Covid: la sua lettera di protesta
L’infermiere rifiuta il vaccino e spiega nella lettera rivolta anche al governatore Acquaroli, le ragioni che lo hanno spinto ad opporsi alla vaccinazione, malgrado l’obbligo per gli operatori sanitari e le relative conseguenze: ridimensionamento o sospensione dall’attività lavorativa e dello stipendio.
In un passaggio della sua missiva, Enzo Palladino ha spiegato: “Non voglio che il mio corpo diventi oggetto di sperimentazione; nutro forti dubbi sulla fretta con cui il farmaco è stato sperimentato e non voglio neppure introdurre nelle mie vene organismi di dubbia origine senza la certezza che nel tempo non arrechino danno alla mia salute e non siano un pericolo per la mia stessa vita”. L’infermiere rifiuta il vaccino e si fa portavoce di tutti gli operatori sanitari che non vogliono sottostare all’obbligo vaccinale ribadendo con forza: “Questa volta a casa ci resto io”.
L’infermiere rifiuta il vaccino puntando il dito su quello che definisce un ricatto morale: “Non avrei mai creduto che un giorno mi sarei dovuto sentire fortunato per non avere una famiglia da sostenere o un mutuo da pagare e potermi permettere il lusso di rifiutare un ricatto di Stato: o ti vaccini o ti tolgo il lavoro e i viveri. Nel caso in cui dovesse verificarsi una carenza di personale, mi rendo immediatamente disponibile a riprendere il servizio per garantire l’attività assistenziale”.
Nella parte finale della sua lettera di protesta, Enzo Palladino rincara la dose ponendo l’accento su questioni etiche: “Il mio è un ideale di libertà voglio disporre del mio corpo e dei miei pensieri e questa obbligatorietà si pone contro i miei principi. La sperimentazione non mi appartiene. La mia dignità non la vendo a nessuno. Siamo persone prima che infermieri: non esiste essere trattati così”.