Una ragazza che vive in Brasile dopo aver subito per anni gli stupri ripetuti da parte di uno zio scopre di essere incinta a 10 anni.
La gravidanza è stata scoperta solo al quinto mese di gestazione. A diffondere questa notizia sconvolgente è stato lo stesso ospedale che ha avuto in cura la ragazzina.
La struttura ospedaliera in questione ha rifiutato di fare abortire la ragazzina incinta a 10 anni scatenando nuovo un dibattito caldo in Brasile.
Il Paese ha infatti delle posizioni rigide imposte dal governo Bolsonaro sull’aborto.
Di fatto le politiche del presidente del Brasile sul tema aborto sostengono la mentalità degli attivisti anti-aborto.
In più il governo di Bolsonaro può contare sull’appoggio dei gruppi di cristiani evangelici. Che si scagliano contro l’aborto, anche nel caso di stupro su minori.
La ragazza incinta da anni subiva le violenze sessuali da parte di uno zio ma non aveva confessato a nessuno il suo dramma.
Solo una volta giunta in ospedale, a causa di dolori addominali forti, ha raccontato l’orrore vissuto per anni. Portata all’ospedale dai genitori ha così scoperto di essere incinta di 22 settimane.
La ragazzina ha raccontato che da quando aveva 6 anni veniva violentata dallo zio 30enne. I genitori hanno subito denunciato l’uomo.
I genitori decidono di far abortire la figlia. Ma i medici dell’ospedale Espirito Santo si rifiutano per l’avanzato stato della gravidanza. Inoltre, i medici avevano dichiarato di essere degli obiettori di coscienza.
La famiglia così si è diretta a Recife, nello Stato di Pernambuco. Qui si è eseguita la pratica abortiva.
Ma per arrivare a tale conclusione è intervenuta la Corte di Giustizia brasiliana. Si è deliberato che la volontà della ragazza incinta era il solo elemento da considerare.
Incinta a 10 anni ma l’ospedale rifiuta di farla abortire
In Brasile l’aborto è ammissibile solo in casi di rischio per la madre, violenza sessuale ed anancefalia.
Il caso della ragazza incinta a 10 anni ha acceso una violenta reazione da parte degli antiabortisti. Le associazioni pro vita ed alcuni gruppi di estrema destra del Brasile hanno protestato animosamente.
Walmor Oliveira de Azevedo, presidente della rappresentanza cattolica, ha espersso un giudizio lapidario:
“La violenza sessuale è terribile, ma la violenza dell’aborto non si spiega, date tutte le risorse esistenti e messe a disposizione per garantire la vita dei due bambini”.
Prima che si procedesse con l’aborto sulla ragazza, gli attivisti hanno tentato di impedirlo.
Così dopo che un’attivista di estrema destra, Sara Giromini, ha pubblicato il nome della ragazza e dell’ospedale in cui si trovava, gli attivisti hanno cercato di bloccare l’ingresso dell’ospedale.
Ma per superare la barriera umana la ragazzina incinta si è nascosta in un bagagliaio, così è entrata da un ingresso laterale.