Il coronavirus arriverà in Italia. Lo afferma Ilaria Capua

Martina

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Il coronavirus arriverà in Italia, dobbiamo organizzarci”. A dirlo è Ilaria Capua, la virologa italiana intervenuta l’altra sera al programma “L’aria che tira”.

Ha voluto mettere in guardia i più fiduciosi e ha continuato affermando che il coronavirus Covid-19 “Non andrà via tra una settimana. Farà il giro del mondo, verrà in Italia e bisogna organizzarsi”.

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Ilaria Capua: “Il coronavirus arriverà in Italia”

E’ stata chiara la virologa italiana Ilaria Capua intervenuta alla trasmissione condotta da Myrta Merlino su La7, “L’aria che tira”, venerdì 14 febbraio.

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Il suo intervento è avvenuto mentre era in diretta dal One Health Center of Excellence in California, dove insegna e svolge ricerche. Si è rivolta principalmente alle aziende e a coloro che sono convinti che l’epidemia finirà molto presto.

I dati ufficiali al momento parlano di oltre 1800 persone morte e di più di 70000 contagi in tutto il mondo. Numeri che continuano a far paura

Secondo la virologa, che con queste parole si rivolge alle imprese:

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“Combinerà dei guai nei Paesi più poveri. Le imprese che hanno la possibilità di far lavorare con il telelavoro e che possono aiutare il paese a rispondere qualora ci dovesse essere un contagio importante e quindi bisogna lasciare le persone a casa, per piacere comincino a pensarci”

Continua: “Ci si può contagiare anche da un soggetto che non mostra sintomi”

E questo perché, come tutte le malattie infettive, prevede un periodo di incubazione in cui non s notano sintomi evidenti. Secondo l’esperta, questa epidemia ci costerà moltissimo e dobbiamo essere tutti consapevoli dei rischi che stiamo per correre.

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L’intervista

La virologia si è abbandonata ad una lunga e dettagliata intervista a Fanpage.it. In cui ha espresso i suoi timore sui possibili rischi futuri.

Ad esempio lo stop di alcuni servizi essenziali proposti da medici, ferrovieri o da coloro che lavorano nella grande distribuzione alimentare.

“E’ comunque un problema enorme per le nostre società. La comunità internazionale si sta muovendo e dando direttive non perché prevede che le persone moriranno in massa, ma perché è possibile che in presenza di un virus ad alta contagiosità, debba imporre una quarantena forzata a gran parte della popolazione”.

Una quarantena che di fatto impedirebbe alla maggior parte delle persone di andare a lavoro. Creando di conseguenza nella società, dei disagi e dei rallentamenti importantissimi per la vita di tutti i giorni.

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