Il buco dell’ozono artico, da non confondersi con quello nel Polo Sud, è pronto a chiudersi. Ne sono convinti gli scienziati del German Aereospace Center (DLR), che lo stanno osservando dai satelliti dell’Esa.
E lo farà entro la prima metà di aprile. Questo nuovo buco dell’ozono è grande tre volte la Groenlandia ma non rappresenta un pericolo per la nostra salute.
Il buco dell’ozono artico si sta chiudendo
Lo avevano scoperto di recente da una ricerca effettuata dal Centro aerospaziale tedesco di Oberpfaffenhofen. Erano stato i dati rilevati con il satellite Copernicus Sentinel-5P a mostrare la sua presenza.
E secondo Diego Loyola, entro la metà di aprile 2020 si chiuderà sicuramente. Nonostante i poli vadano incontro a delle significative perdite di ozono nel corso della stagione invernale, la quantità di ozono nell’artico è inferiore rispetto a quella dell’Antartide.
L’ozono infatti si forma in presenza di temperature fredde, molto fredde (-80° C). Ma non solo, anche la luce solare i campi eolici e i CFC fanno la differenza.
Questi ultimi sono i clorofluorocarburi sono dei composti chimici estremamente dannosi che sono stati banditi nell’87 dal protocollo di Monteal, ovvero il trattato internazionale che ha portato alla riduzione del buco dell’ozono.
Loyola ha inoltre affermato che:
“Il buco dell’ozono che osserviamo sopra l’Artico quest’anno ha un’estensione massima di meno di 1 milione di kmq. E’ piccolo rispetto al buco antartico, che può raggiungere una dimensione di circa 20-25 milioni di kmq con una durata normale di circa 3-4 mesi”
Meno di un mese fa, gli scienziati hanno scoperto la diminuzione dei livelli di ozono sull’Artico. Dovute senz’altro alle diverse condizioni atmosferiche che hanno provocato un piccolo foro nello strato di ozono.
Tuttavia non è la prima volta in cui si notano buchi dell’ozono al Polo Nord. Nell’ultimo periodo i dati mostravano livelli più alti rispetto al passato.
Potete vederlo da voi. Nel video che troverete di seguito vengono mostrati i livelli giornalieri di ozono nell’Artico dal 9 marzo 2020 al 1° aprile 2020:
L’inversione dei venti
Nel frattempo anche il buco dell’ozono “normale” ha subito dei cambiamenti, raggiungendo a settembre 2019 un cambiamento da non sottovalutare.
L’8 settembre è infatti arrivato a toccare l’estensione più bassa (16,3 milioni di kmq). Tutto ciò è stato causato dai prodotti chimici che hanno provocato diversi e significativi cambiamenti nella circolazione atmosferica dell’emisfero meridionale.
Secondo una ricerca, questi cambiamenti, non solo sono cambiati ma potrebbero anche essersi interrotti. Portando a una conseguente inversione nelle correnti d’aria intorno all’emisfero australe.
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