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Il padre di Denise Pipitone rompe il silenzio: a Quarto Grado sfoga tutto il suo dolore e la sua amarezza

È stata interamente dedicata a lui la puntata di Quarto Grado andata in onda venerdì su Rete 4 e incentrata, ancora una volta, sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone.

Toni Pipitone risponde alle tante domande, senza mai mostrare segni di stanchezza o cedimento. Lui che venne a sapere di non essere il padre biologico di Denise proprio il giorno della scomparsa: quel primo settembre 2004 che è rimasto impresso nella memoria di tutti gli italiani. L’uomo esordisce così: “La bambina si chiama Pipitone come me, è mia figlia e me la devono riportare indietro.”

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Il padre di Denise Pipitone rompe il silenzio

Racconta il rapporto con la piccola Denise e lo fa mostrando tutto l’amore e l’affetto di un vero padre. “Denise stravedeva per me. Abbiamo vissuto dei momenti bellissimi: fino all’ultima notte ha dormito insieme a me. Mi diceva: ‘papà ti voglio bene, tu non morirai mai e non diventerai mai vecchio’. Lei di solito giocava con i cuginetti, non andava con estranei. Non era abituata a dare confidenza a chi non conosceva, giocava solo con chi conosceva”.

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Ripercorrendo insieme alle domande dell’inviato di Quarto Grado , le ore immediatamente precedenti la scomparsa di Denise Pipitone. “Aveva dei sospetti, c’erano segnali che potessero far presagire quanto accaduto?”, viene chiesto al papà della bambina. “Nella mia mente non esisteva niente del genere, dice il sig Pipitone, Quel giorno, così come tutti gli altri, sono andato a lavorare. Ho smesso a mezzogiorno e sono andato a casa. In quel periodo lavoravo e studiavo: la sera ero sempre stanchissimo”.

Il rapporto tra Toni e la piccola Denise Pipitone era dunque di quelli veri, autentici. Continua il padre legale della bimba scomparsa : “Io sono tornato a casa alle 12.10 e la stavano già cercando. L’ultima volta è stata vista alle 11.30 circa. Ho preso la macchina e ho cominciato a girare per Mazara, per cercarla. Andavo in giro a caso, per tutte le strade. Le piste seguite all’inizio erano tante. L’hanno cercata nei pozzi, tra le famiglie rom, nelle campagne. Sicuramente l’indagine non è stata organizzata nel migliore dei modi”.

Conferma di non avere mai avuto sospetti particolari su qualcuno e dichiara, al termine dell’intervista, la mancanza della piccola Denise. “Quando la ritroveranno, la mia figura di padre dovrà esserci, perché sono stato, e sono, il suo papà”.

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