Il polverone scatenato dall’intervento non censurato di Fedez sul palco del Primo Maggio tarda a dissiparsi soprattutto dopo che il rapper ha reso noto il contenuto di una conversazione telefonica scottante. Una telefonata di quasi 12 minuti nel corso della quale, l’artista viene invitato a non fare i nomi di esponenti politici che hanno espresso pubblicamente delle frasi astiose nei confronti delle persone gay.
Nel video Fedez dibatte animosamente per rivendicare la sua libertà di parola, dopo che gli organizzatori del Concertone lo hanno apertamente invitato ad omettere alcuni nomi di esponenti della Lega nel suo intervento sul ddl Zan. Nel corso di quasi 12 minuti di conversazione il rapper ha discusso prima con Lillo, uno dei conduttori del Concertone che si è schierato con lui, e poi in fila con Massimo Cinque (capo-progetto), Ilaria Capitani (vicedirettrice di Rai3), Massimo Bonelli (discografico ed uno degli organizzatori).
Una testimonianza tangibile ed integrale di quello che si sono detti nella concitata conversazione i rappresentati della Rai ed il rapper, che ha rivendicato la sua libertà di parola. Un video che Fedez ha voluto condividere sui social nella versione integrale e non tagliata per respingere accuse e dubbi sollevati dalla Rai e per sottolineare i comportamento di autori e dirigenti.
Il Caso Fedez ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora, creando imbarazzi di diverso genere ed una sorta di caccia alle streghe, alla ricerca di qualcuno a cui attribuire la responsabilità.
La conversazione telefonica registrata da Fedez non ha bisogno di interpretazioni o di una seconda lettura, è esplicita, tutti i suoi protagonisti sono stati chiari. Tra i passaggi sotto causa spicca quello in cui Cinque spiega cosa voglia dire per lui “servizio pubblico”, per poi chiedere a Fedez di adeguarsi ad un “sistema” e di eliminare le citazioni di nomi e cognomi perché mancherebbe la controparte. Nella sua filippica, Cinque ha detto che tutto doveva essere contestualizzato per poi sostenere che il Concertone non è il contesto corretto: “Un contesto diverso da una tribuna politica non è corretto”.
Dalla conversazione è emersa la posizione assunta in Rai: “Noi vogliamo evitare che la cosa diventi questa, che il tema diventi questo”. A quel punto Fedez ha sbottato con convinzione: “Voi state andando nella direzione opposta voi nel servizio pubblico avete il potere di censurare chi volete…”.
Il rapper ha cercato di rivendicare la sua libertà di parola parlando apertamente di censura, scatenando così le proteste dei suoi interlocutori che per respingere le accuse hanno replicato: “La Rai non ha alcuna censura da fare” – per bocca di Capitani, vice di Rai3. Si è poi aperto un botta e risposta concitato con Fedez che a gamba tesa ha commentato: “Quindi mi ha appena detto puoi salire sul palco e puoi dire quello che vuoi”, – a cui ha fatto eco Capitani che ha replicato perentorio: “No, no, no, no, non ho detto questo…Solo che è inopportuno il contesto”.
La telefonata registrata da Fedez e poi resa nota, ha fatto emergere uno schieramento coalizzato che a turno ha cercato di convincerlo ad “edulcorare” il testo del suo discorso, appellandosi anche alle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. Dopo un’estenuante scontro Bonelli ha concluso: “Siamo in difficoltà…è un problema di opportunità”.
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