Il nuovo farmaco contro il tumore al seno è rivolto a tutte le donne in pre, peri e post-menopausa, colpite da un carcinoma mammario avanzato o metastatico positivo ai recettori ormonali (HR+), negativo al recettore del fattore umano di crescita epidermico di tipo 2 (Her2-).
Questi tumori al seno colpiscono 7 donne su 10 nel caso di stadio avanzato, ovvero 10.000 persone ogni anno solamente in Italia.
L’approvazione arriva dopo il sì dell’Aifa e dopo quello dell’Ema (Agenzia europea per i medicinali), dopo i risultati positivi ottenuto dagli studi Monarch 2 e Monarch 3.
Il nuovo farmaco prende il nome di Abemaciclib ed è già disponibile in Italia. Nello specifico è un inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti (Cdk) 4&6, che impedisce la proliferazione delle cellule maligne.
Si tratta di un medicinale ad alta selettività e a differente profilo di sicurezza. Con la prescrizione del farmaco, le pazienti colpite da tumore al seno, potranno evitare la chemioterapia.
Insieme al nuovo farmaco dovranno assumere un inibitore dell’aromatasi non steroideo (Nsai), come anastrozolo o letrozolo o di fulvestrant.
Oppure, potrà essere utilizzato come terapia endocrina iniziale o in coloro che hanno effettuato una precedente terapia endocrina.
Il farmaco ha avuto ottimi risultati anche nelle pazienti con cancro molto aggressivo, quindi in coloro che avevano ricevuto una prognosi infausta a causa di una progressione rapida del tumore o della presenza di metastasi nel fegato o nei polmoni.
Un’assunzione di Abemaciclib insieme a fulvestrant, è in grado di ritardare il ricorso alla chemioterapia, con un tempo mediano alla chemioterapia di 50,2 mesi contro 22,1 mesi del placebo.
Il trattamento con il nuovo farmaco contro il tumore al seno, riduce la mortalità o le probabilità di progressione della malattia del 46%.
Secondo un altro dato dello studio Monarch 2, la combinazione di questi farmaci, fa aumentare la sopravvivenza globale di 9,47 mesi (da 37,25 a 46,72)
Secondo Pierfranco Conte, professore di Oncologia medica all’Università di Padova e direttore della divisione di Oncologia medica 2, all’Istituto Oncologico Veneto:
“Questo farmaco è un inibitore selettivo molto efficace in grado di prolungare il controllo della malattia nelle pazienti con tumore al seno sensibile agli ormoni.
Aveva già mostrato un notevole beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione. Ora, però, i risultati del Monarch 2, mostrano un miglioramento significativo anche nella sopravvivenza globale delle donne affette da carcinoma mammario avanzato HR+, Her2-.
Queste pazienti hanno un’opzione di trattamento che può consentire loro un allungamento di vita. Non dimentichiamo che quando ricevono una diagnosi di carcinoma mammario avanzato, le pazienti apprendono anche che la loro malattia, per quanto possa essere gestita, rimane incurabile. Oggi possiamo offrire una speranza in più”.
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