Il mondo politico si è ritrovato ad affrontare un dibattito su un tema non nuovo: la dote per i 18enni che ha visto scendere in campo non pochi oppositori. Il segretario del Partito Democratico, Enrico letta si è fatto portavoce di un’idea cara alla sinistra, quella di aumentare le tasse introducendo una tassa di successione a carico delle fasce più ricche.
Già in passato si era parlato di una dote di 10mila euro da destinare ad ogni 18enne, una proposta avanzata dall’economista Fabrizio Barca, promotore tra l’altro del Forum Disuguaglianze e Diversità. Una simile misura ha come obiettivo quello di incrementare le aliquote dell’imposta di successione a partire da 5 milioni di euro ereditati. Nel nostro Paese, il gettito relativo alla tassa di successione è irrisorio, pari allo 0,1% del gettito tributario, e le norme tendono a favorire gli imprenditori, che risultano esenti da tale imposta.
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Ancora oggi la sinistra mira al raggiungimento di una maggiore uguaglianza, un obiettivo per il quale si mobilitò lo stesso Luigi Einaudi favorevole alla tassa di successione, in quanto sostenitore delle uguaglianze civili e finanziarie. Nella stessa Costituzione italiana si afferma il principio di garantire la maggiore uguaglianza possibile tra i cittadini, a cui sono chiamati a provvedere parlamento e governo.
Oggi la proposta di aumentare le tasse per aiutare i giovani, istituendo una dote per i 18enni, apre un nuovo dibattito su alcuni temi del passato. La proposta di Letta ha trovato diversi oppositori nel mondo politico, che hanno avanzato diverse lamentele pur trovandosi concordi sul desiderio di favorire il mondo giovanile, ma tutelando le pensioni e le imposte sul reddito sul lavoro.
Inoltre il dibattito ha visto emergere tutto il malumore che potrebbe causare l’introduzione di nuove tasse, con il rischio di far crescere il debito pubblico. La proposta di istituire una dote per i 18enni, introducendo una tassa di successione più esosa, è stata respinta anche dal premier Mario Draghi che alla proposta di Enrico Letta ha replicato: “Questo è il momento di dare, non di prendere”. Draghi ha infatti invitato il segretario del PD a spostare l’attenzione su un punto più decisivo: la riforma fiscale va eseguita in modo organico.
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