Le indagini sul caso Saman Abbas, la ragazza pakistana di 18 anni scomparsa a Novellara, nel Reggiano, più di un mese fa, proseguono facendo emergere quello che tutti temono: l’omicidio premeditato della giovane, un’ipotesi formulata dalla Procura di Reggio Emilia. Una tesi avvalorata dalla testimonianza del fratello minore della ragazza che avrebbe accusato lo zio Hasnain Danish: l’uomo sarebbe stato il presunto esecutore materiale dell’omicidio della 18enne.
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Le ricostruzioni sul caso Saman Abbas avvalorano dunque la supposizione che la giovane sia stata vittima di un piano premeditato, dopo il suo no ad un matrimonio combinato. Il fratello minore di Saman, che si trova sotto protezione, nel corso del colloquio con gli inquirenti avrebbe segnalato un passaggio chiave affermando: “Secondo me l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano”.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, dalla testimonianza del fratello di Saman è emersa la ricostruzione della possibile modalità con cui la ragazza sarebbe stata uccisa. Inoltre il minore avrebbe descritto la reazione del padre al rientro dello zio, il quale si sarebbe sentito male dopo essersi messo a piangere.
Le indagini sono indirizzare verso lo zio Hasnain Danish, ancora ricercato, l’uomo identificato come il presunto esecutore dell’omicidio della ragazza, secondo le parole del minorenne. Ma anche un altro indizio farebbe sospettare la sua responsabilità: lo zio di Saman ha scritto un messaggio sospetto che alluderebbe alla sorte della 18enne, parlando di un ‘lavoro fatto bene’ con un amico via chat. Inoltre, sarebbe stato Hasnain Danish, secondo quanto dichiarato dal fratello di Saman, a confessargli di aver ucciso la ragazza, senza rivelargli dove avrebbe nascosto il corpo.
La Procura di Reggio Emilia segue la pista dell’omicidio premeditato, per il quale risultano implicate 5 persone, che sono state iscritte nel registro degli indagati: i genitori della giovane, lo zio Hasnain Danish, 2 cugini (tra cui Ikram Ijaz, il solo arrestato). Secondo il parere del Gip, la testimonianza del fratello della 18enne è da considerarsi credibile, per questo piena prova indiziaria della responsabilità dello zio. Isabella Chiesi, il procuratore che guida le indagini ha precisato in merito agli accertamenti sul caso Saman Abbas: “Difficile sapere adesso chi è l’esecutore materiale, non sappiamo neppure la modalità”.
È poi spuntato un video, datato 29 aprile, messo al centro delle indagini, nel quale vengono ripresi 3 uomini con in mano una pala ed altri attrezzi. Le immagini registrate attorno 19.30 nei pressi dell’abitazione della 18enne, alimentano il sospetto che lo zio della 18enne ed i cugini hanno preso parte all’esecuzione della giovane.
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