Un brutto episodio di discriminazione si è registrato nel Parco Giancarlo Sbragia, conosciuto come parco Fao, nella zona San Paolo di Roma dove un giovane insulta e caccia un bambino disabile. Una vicenda che ha scosso profondamente i genitori del ragazzino di 9 anni destinatario di quella forma di aggressione discriminatoria. La signora Mariella, a distanza di giorni, si è sfogata parlando dell’accaduto e rivolgendosi al giovane che caccia un bambino disabile dal parco.
Nel suo racconto amareggiato ha reso noto che suo figlio colpito da una forma di disabilità motoria stava trascorrendo un sabato pomeriggio all’aria aperta, con dei compagni, quando si è visto indirizzare da parte del bullo delle parole offensive. “Quel giovane aveva l’odio negli occhi nei confronti di mio figlio disabile. Gli diceva con disprezzo che era un handicappato, che doveva andare via. Ci ha fatto molto male sentire quelle parole” – ha raccontato la donna.
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Nel pieno del rispetto delle norme di sicurezza quel pomeriggio il ragazzino stava giocando con un gruppo di una decina di compagni classe. La spensieratezza della comitiva è stata poi turbata da un gruppetto di ventenni che voleva allenarsi con gli attrezzi occupati dai bambini. Uno di loro con arroganza ha disposto zaino, felpa, attrezzi ginnici, cellulare sul percorso ginnico per impedirne l’uso.
La signora Mariella ha spiegato che suo figlio non riesce a muoversi velocemente ma si era cimentato con il percorso, quando quel giovane si è rivolto a lui con prepotenza invitandolo ad allontanarsi. Il ragazzino, che a causa della sua disabilità non può parlare, pur comprendendo le offese ha continuato a giocare toccando accidentalmente gli oggetti del giovane.
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Con modi prepotenti il palestrato si è rivolto al padre del ragazzino intimandogli di tenerlo lontano, mentre il marito della signora Mariella gli ha chiesto cortesemente di spostare le sue cose. Il giovane stizzito ha iniziato ad inveire contro di lui e contro il bambino di 9 anni, sostenendo che era “handicappato” e che doveva stare a casa. Sono poi intervenuti gli altri genitori dei ragazzini per rivendicare il fatto che il parco è pubblico provocando una nuova reazione del giovane, trattenuto fisicamente da un amico.
Al giovane che caccia un bambino disabile dal parco, la madre del ragazzino di 9 anni ha rivolto delle parole che sono suonate a metà tra un rimprovero ed una sorta di sensibilizzazione: “[…] Davanti a tante parole di odio e malvagità mio figlio ha abbassato lo sguardo, e poi si è allontanato per le offese subite. Quel giovane è rimasto lì, con la sua musica a palla, la sua arroganza e la sua maleducazione. Non sa e non è nemmeno minimamente in grado di immaginare quale ferita possa aver inflitto a mio figlio, reo soltanto di aver avuto in dono dalla vita la disabilità, cosa che né lui né noi abbiamo scelto”.
La madre del ragazzino nel suo sfogo ha lanciato anche un appello ai genitori del giovane palestrato che caccia un bambino disabile: “Vorrei tanto conoscervi e dirvi: la disabilità di mio figlio non l’ho scelta ma l’ho accolta e lotto ogni giorno per garantirgli un presente e un futuro degno di lui. Ma voi, genitori di quel giovane, lo avete subito un figlio del genere o avete perso qualche pezzo di quella che si chiama educazione e rispetto dell’essere umano?”.
La donna ha anche indirizzato un monito al giovane che caccia un bambino disabile dal parco: “A quel giovane vorrei dire solo una cosa, cosciente del fatto che non saprebbe comprenderla: ‘L’handicappato’, come lo ha chiamato lui, ha capito perfettamente quanta cattiveria può nascondersi in un essere umano. Lui, povero, non potrebbe mai capire quale dolore ha arrecato a quel bambino ed alla sua famiglia”.
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