Una notizia andrebbe riportata con il dovuto distacco. Bisognerebbe limitarsi a riportare i fatti e a lasciare che sia il lettore a manifestare eventualmente sdegno, rabbia, a trarre le conclusioni. Ma non sempre è possibile. Non lo è quando la notizia titola: patrigno abusa della bimba per 2 anni. C’è l’orrore, lo sdegno, la rabbia per una vicenda che non sarebbe dovuta accadere. Che non dovrebbe mai accadere a nessun bambino.
Qualcosa di inaccettabile anche quando i fatti avvengono lontano da noi. Dall’altra parte del mondo. Ecco quindi l’ennesima storia drammatica, come purtroppo se ne leggono di frequente e che accadono ovunque. In questa occasione arriva dagli Stati Uniti.
Il patrigno abusa della bimba per 2 anni
Questa storia non è a lieto fine, nessuna storia simile potrebbe esserlo, ma vogliamo riportala perché vede tra i protagonisti non solo mostri e orchi, ma degli angeli molto particolari. Angeli su due ruote. Angeli che sono riusciti a dare alla bambina un po’ di coraggio e un senso di protezione. E meritano di essere conosciuti.
Vediamo insieme i fatti che hanno coinvolto Frida, la bambina alla quale è stato dato un nome di fantasia per proteggere la sua privacy.
La storia di Frida
Frida è una bambina come molte altre, aperta, coraggiosa, sempre in movimento e disponibile verso gli amici e i compagni di scuola. All’età di 10 anni la mamma divorzia, e poco tempo dopo trova un nuovo compagno. Frida accoglie questa persona con calore, volendo dare in questo modo il suo appoggio alla mamma.
Non voleva dimostrare avversione o, peggio, ostilità.
Purtroppo questa persona ha cominciato a riservare alla piccola Frida delle attenzioni insane. La bimba, attonita e spaventata, sfiorisce. Cambia completamente la sua vita, ma non rivela a nessuno questo suo terribile segreto. Sino all’età di 12 anni, quando distrutta ormai, emotivamente e fisicamente, trova la forza di confidarsi con la mamma.
La denuncia della mamma e l’arrivo degli angeli custodi
La mamma di Frida, sconvolta, denuncia quello che sarebbe dovuto essere un compagno premuroso ed affidabile. Ma, come sempre avviene in questi casi, la giustizia deve rispettare tempi e fare il suo corso.
Frida fatica a sopportare questo secondo calvario. Confronti, interrogatori, e tutte quelle procedure che seguono inevitabilmente una denuncia di questo tipo. Ma, per sua fortuna, proprio in California è presente un’ associazione, la B.A.C.A ( Bikers against child abuse), l’associazione dei motociclisti contro l’abuso sui minori.
Tombstone, il suo presidente, prende a cuore il caso di Frida, ed organizza con i colleghi turni di piantonamento presso l’abitazione della piccola. Frida viene anche accompagnata a scuola, e sa che può contare in ogni momento sulla protezione di questi simpatici motociclisti.
Che, per stazza e per modi, sono abbastanza risoluti quando si tratta di convincere qualcuno a lasciare perdere! Non permetteranno che l’ orco si avvicini alla bambina!
Il processo e la presenza dei motociclisti
Il momento culminante di questa vicenda è il giorno del processo. Frida, comprensibilmente spaventata all’idea di un confronto con il suo aguzzino, viene scortata da Tombstone e colleghi e grazie alla loro presenza, la bambina trova il coraggio di raccontare i fatti.
Il giudice autorizza Tombstone a sedere accanto a Frida, e durante l’interrogatorio questi non stacca un attimo il suo sguardo severo e minaccioso da colui che le aveva fatto violenza. L’uomo è stato condannato e Frida, che ora è cresciuta, continua a sentirsi protetta da questi angeli dalle maniere forti ma dal cuore d’oro!
Oggi quella bambina così provata dalla vita, è una studentessa serena ed è per puro piacere che i motociclisti ogni tanto la scortano a scuola. Inutile dire che erano presenti orgogliosi e sorridenti anche il giorno del diploma di Frida.
Perché se c’è una sorta di lieto fine è proprio questo. I motociclisti della vita di Frida, faranno sempre affettuosamente parte.
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