Matteo Bassetti, tra gli esperti che caldeggiano con maggiore partecipazione la campagna vaccinale, ha attacco il ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo la dichiarazione con cui ha ammesso di non aver ancora ricevuto la prima dose del vaccino.
L’infettivologo italiano con tono severo ha tuonato contro di lui: “È scandaloso (che non sia vaccinato). Primo perché mi pare che come età rientri in quella fascia di popolazione che doveva vaccinarsi e secondo perché doveva dare l’esempio con AstraZeneca, che i suoi tecnici avevano tanto raccomandato. Un ministro della Salute che non si vaccina durante la più grande campagna vaccinale della storia è allucinante e forse dovrebbe dimettersi”.
Matteo Bassetti attacca Roberto Speranza
Il direttore di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova ha rivolto un duro monito nei confronti del ministro Speranza, che ha fatto sapere che si sarebbe vaccinato a breve dal proprio medico di famiglia.
Matteo Bassetti si è scagliato contro il ministro della salute, imbastendo una filippica risonante, raccolta da Adnkronos: “[…] la campagna vaccinale è iniziata il 27 dicembre, cosa devono pensare le persone? Poi uno si chiede perché veniamo attaccati noi medici sui social. La gente scarica su di noi la rabbia perché vede che un ministro quarantenne ancora non si è vaccinato. Mentre doveva essere il primo a metterci il braccio“. Con un tono ancora più severo l’infettivologo ha sbottato: “Personaggi pubblici con un ruolo nella sanità, come un ministro, dovrebbero dare l’esempio in un momento così difficile. Avrà seguito i canali ufficiali, ma è un fatto di opportunità”.
Bassetti ha affrontato anche il tema dei vaccini misti, comunicando la sua posizione non critica, motivandola con il sostegno dei dati emersi da studi preliminari. “Il mix di vaccini è stato autorizzato in altri Paesi, il Canada e la Germania: non si tratta di dire che si dovrà fare sempre così, ma se in Italia si dovesse avere un cambio di destinazione di un vaccino si può fare la seconda dose con un vaccino diverso. […] In medicina è corretto cambiare se si modificano le evidenze scientifiche, quindi non ci trovo nulla di male in quello che ha fatto l’Aifa […]”.