La Procura di Livorno ha disposto uno storico sequestro, dai numeri da capogiro, di passata di pomodori Petti presso il deposito della Italian food SPA – del Gruppo Petti.
L’azienda conserviera di Venturina Terme e Campo alla Croce di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno, si è ritrovata implicata in una clamorosa frode: le indagini hanno scoperto che non utilizzava pomodori esclusivamente toscani. Così il marchio si è ritrovato nella bufera, visto che da sempre affidava la sua riconoscibilità sull’italianità delle materie prime usate, scrivendo sulle proprie etichette di “passata pomodoro 100% italiano” o pomodoro 100% toscano.
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L’operazione ribattezzata “Scarlatto” è stata avviata nel mese di gennaio 2021 nell’ambito della sicurezza alimentare e tutela del consumatore. Si sono inoltre scoperte altre sanzioni: l’azienda ha violato il recente decreto di sospensione delle attività produttive, oltre ad aver reiterato infrazioni di natura ambientale legate alla costruzione di un capannone senza concessione edilizia.
Nel corso delle indagini condotte dai Carabinieri per la tutela agroalimentare si sono confiscate grandi quantità di passata di pomodori Petti, che si trovavano in fusti e bidoni. A cui si sono aggiunte anche numerose confezioni di conserva: 4.477 tonnellate di pomodoro e 3.500 tonnellate che riportavano etichette false.
L’operazione “Scarlatto”: la frode della passata di pomodori Petti
I militari hanno rinvenuto anche quantità di prodotto semilavorato e concentrato di pomodoro di provenienza extra-Ue in fusti e bidoni. Da quanto reso noto dal Comando tutela Agroalimentare dei Carabinieri sono state indagate 6 persone per frode in commercio ed altri capi di accusa. Le indagini hanno inoltre visto la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane.
Gli indagati sono stati così accusati di fraudolenta produzione e commercializzazione di conserve di pomodoro presso la nota azienda falsamente etichettate. La passata di pomodori Petti era infatti destinata alla Grande Distribuzione Organizzata su tutto il territorio nazionale.
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Si è scoperto che venivano utilizzati più che pomodori italiani, alte concentrazioni di pomodoro estero mentre la percentuale di pomodoro italiano risultava bassa. Nella nota del Comando tutela Agroalimentare dei Carabinieri si legge: “Tale illecita procedura la si coglieva anche nella flagranza al momento dell’accesso dei Carabinieri nell’area di lavorazione, ove gli addetti venivano colti ad effettuare tale operazione. Da qui si risaliva poi alla linea di imbottigliamento ed etichettatura, rinvenendosi migliaia di bottiglie di passata prodotte dall’inizio del turno giornaliero”.
Nel corso del maxi sequestrato, si sono anche confiscati i documenti contabili, amministrativi e di laboratorio del noto marchio alimentare e le schede di produzione, da cui è emersa chiaramente la truffa ai danni dei consumatori della passata di pomodori Petti.