Il presidente del Consiglio, Mario Draghi in occasione del vertice Ue, ha rilasciato delle dichiarazioni allarmanti per sottolineare che la pandemia non è finita e che la variante Delta preoccupa anche l’Italia.
Dopo il significativo aumento dei casi, con focolai in varie aree del Paese, si ipotizza che la variante nelle prossime settimane sarà dominante.
Un tema dibattuto nel corso del Consiglio europeo, e che il premier ha ripreso durante la sua conferenza stampa.
Mario Draghi ha infatti dichiarato: “La pandemia non è finita, non se siamo ancora fuori, va ancora affrontata con determinazione, attenzione e vigilanza. Pensate che il Regno Unito qualche settimana fa aveva un numero di casi più o meno pari a quello della Francia di oggi e ora sono venti volte tanto”.
Per contrastare l’incremento dei casi, il premier Draghi sostiene che sia fondamentale continuare con la vaccinazione, ed il mondo medico deve avere la prontezza di eseguire il sequenziamento contro le varianti per segnalare lo sviluppo di varianti e di contagi con tempestività.
L’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato un aumento della variante Delta in Italia, confermando l’opinione resa nota dal Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle infezioni (ECDC) che ha spiegato che “la più elevata trasmissibilità della variante Delta farà sì che entro la fine di agosto questa costituirà il 90% dei virus SARS-CoV-2 circolanti nell’Unione Europea”.
Sul nostro territorio la variante Delta ad oggi è la più diffusa, come ribadito da diversi esperti. Secondo Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss si delinea un quadro in rapida evoluzione nel nostro Paese. La sua opinione sottolinea che questa mutazione del virus sta diventando prevalente, come emerso dalla sua diffusione rapida in: Lombardia, Campania, Trentino-Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna.
Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova, nel corso del suo intervento a Otto e Mezzo ha precisato sulla variante Covid-19: “È una variante estremamente aggressiva, in grado di trasmettersi facilmente, e per la prima volta abbiamo una variante che sfugge alla prima vaccinazione, si è protetti solo dopo la seconda”.
Anche Carlo La Vecchia, epidemiologo all’Università di Milano ha espresso un parere simile: “C’è un aumento degli accessi negli ospedali del Regno Unito, più o meno un raddoppio nell’arco di 15 giorni dell’accesso nelle terapie intensive, ma i numeri assoluti sono comunque bassi. E poi non c’è praticamente un impatto sui decessi. Questo non esclude che le cose possano un po’peggiorare in futuro, ma rende estremamente improbabili ulteriori ondate di dimensioni analoghe a quelle dello scorso inverno per ciò che concerne Covid grave, ospedalizzazioni e decessi” – queste le sue parole raccolte da La Repubblica.
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