Storie

Uno studente con la Sindrome di Down viene punito in una maniera orribile

Non si discute sull’importanza della scuola. Ma leggendo notizie come questa, non si può fare a meno di rimanere attoniti e sconvolti. Perché non si può tollerare che uno studente venga umiliato con punizioni assolutamente disumane e prive di ogni fondamento logico ed educativo. La storia del giovane studente con la sindrome di Down, deve farci riflettere.

E’ assolutamente essenziale che i bambini a scuola si sentano sicuri e a loro agio al fine di promuovere meglio la loro istruzione. Purtroppo non è stato così per Levi Blackshaw, un bambino di 11 anni, che è stato lasciato fuori, nudo, al freddo e nella totale indifferenza.

Studente con la sindrome di Down punito dagli insegnanti: una storia orribile e vergognosa

La trisomia 21, o Sindrome di Down, è un malattia congenita. È caratterizzato dalla presenza di un altro cromosoma nel genoma dell’individuo interessato. I sintomi includono un ritardo mentale, una corporatura piccola e un carattere generalmente dolce e affettuoso.

La trisomia 21 è una malattia difficile da gestire per i genitori, che necessitano dell’aiuto di tutti coloro che li circondano, compresi gli insegnanti, per fornire un’istruzione adeguata e una vita stabile al bambino.

È una giornata come un’altra per Suzanne Cole, quando suo figlio, Levi Blackshaw, con la Sindrome di Down, torna a casa da scuola.

Il bambino, a causa della malattia non riesce a parlare e quindi suo madre è lungi dal sospettare l’orrore che suo figlio ha vissuto solo poche ore prima.

Ma il giorno successivo apprende tutto, grazie alla testimonianza di una persona che ha assistito in silenzio e che non può più tacere a causa del rimorso.

Il testimone, il giorno prima ha visto Levi completamente nudo, bagnato e in posizione fetale che sdraiato a terra piangeva disperatamente.

Suzanne, sbalordita da ciò che ha sentito, non riesce a trattenere le lacrime al pensiero della crudeltà che il suo bambino ha dovuto subire a scuola.

Una scuola, tra l’altro, specializzata nell’accogliere bambini con dei bisogni speciali. Senza ulteriori indugi, si reca quindi alla Stanley School per chiedere spiegazioni.

E accolta dall’indifferenza totale degli insegnanti, dopo poco si ritrova all’esterno della scuola senza aver ottenuto nessuna spiegazione.

La verità è nelle telecamere della scuola

Decide però di sporgere denuncia, ma per farlo ha bisogno di prove. Purtroppo un semplice testimone non basta, soprattutto perché suo figlio non parla.

Allora richiede le registrazioni delle telecamere di sorveglianza che ottiene faticosamente dopo due settimane. Ed è così che Suzanne scopre l’entità di ciò che suo figlio ha dovuto subire.

Quel giorno suo figlio, come molti bambini, si è divertito a giocare in una pozzanghera, e completamente bagnato ha scatenato l’ira dei suoi insegnanti che hanno deciso di punirlo.

Così lo costringono a spogliarsi e lo mandano nel parco giochi con solo un asciugamano per proteggersi dal freddo.

Per 30 minuti è rimasto lì, nudo, bagnato e in lacrime. Per 30 lunghissimi minuti i suoi insegnanti lo hanno guardato dalla finestra dell’aula.

Dopo la denuncia di Suzanne, gli inquirenti hanno deciso di aprire un’indagine. I tre insegnanti, in attesa di giudizio sono stati sospesi.

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