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“Resuscitare i morti”, il progetto ambizioso e controverso di un team di ricercatori statunitensi

La società americana Bioquark sta indagando la possibilità di resuscitare i morti, un progetto che potrebbe riportare in vita una persona cara.

Si tratta di uno studio clinico che si è focalizzato su un tema controverso: rianimare i defunti, rigenerando l’attività neurale, attraverso la stimolazione elettrica e le iniezioni di cellule staminali.

La società americana di biotecnologie, specializzata nello sviluppo di componenti biologiche per la rigenerazione e la riparazione di organi e tessuti umani, ha intrapreso uno studio ambizioso dopo l’approvazione del Governo Usa.

Infatti Bioquark ha avviato un’indagine che si concentra sulla cura attraverso l’impiego di cellule staminali, per formulare dei trattamenti utili per contrastare la demenza associata al morbo di Alzheimer.

L’azienda americana considera che questa area di studio potrebbe essere applicata ai pazienti colpiti da morte cerebrale.

I ricercatori statunitensi di Bioquark stanno conducendo uno studio ambizioso sull’azione delle cellule staminali per resuscitare i morti.

Il team di ricerca, intenzionato a di resuscitare i morti, ha sottoposto dei pazienti cerebralmente morti ad iniezione di cellule staminali e proteine nel midollo spinale, con lo scopo di riportarli in vita.

Il piano di Bioquark di resuscitare i morti

Questo progetto  ha scatenato un dibattito controverso in seno alla comunità scientifica, tirando in causa argomentazioni di natura etica secondo cui un simile esperimento sarebbe scientificamente infondato.

Lo studio dal titolo “Reanima” prevede l’impianto di cellule staminali nel cervello del paziente ed il trattamento del midollo spinale con infusioni chimiche e tecniche di stimolazione nervose, per rianimare il cervello e ripristinare l’attività nervosa.

Non è la prima volta che Bioquark si avventura in uno studio clinico che fa sorgere polemiche, relative ad un percorso non etico.

Bioquark ha fatto sapere che dopo l’approvazione del mondo scientifico è intenzionata a condurre un primo studio clinico in un paese dell’America Latina.

Malgrado non pochi hanno fatto sapere di osteggiare l’oggetto dello studio, ritenendo che possa non funzionare, il CEO di Bioquark, Ira Pastor ha dichiarato che si potrebbero avere dei risultati soddisfacenti.

Si tratta comunque di uno studio temerario visto che combina strumenti di medicina rigenerativa biologica con dispositivi medici esistenti, impiegati per la stimolazione del sistema nervoso centrale in pazienti con gravi disturbi della coscienza.

Tra chi si oppone al piano che annuncia di resuscitare i morti, si segnala Dean Burnett, neuroscienziato dell’Università di Cardiff, che ha espresso riserve sul processo di inversione della morte cerebrale asserendo che “l’idea che la morte cerebrale possa essere invertita sembra molto fantasiosa”.

Sulla carta il progetto della Bioquark, per quanto controverso, potrebbe aprire la strada per contrastare in modo risolutivo le patologie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer, ma anche assicurare nuove prospettive per i pazienti vegetativi.

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