L’omicidio Chiara Gualzetti è giunto in tempi rapidi ad una svolta, dopo che le indagini hanno identificato in un suo coetaneo il responsabile dell’agghiacciante delitto. Dopo il ritrovamento del corpo della 16enne in un bosco, distante poco più di un chilometro dalla sua abitazione, nel parco dell’Abbazia di Monteveglio, zona di colline nel Bolognese, si è subito immaginato per la giovane l’ipotesi di un omicidio. Infatti sul corpo della ragazzina erano presenti diverse ferite da taglio.
Chiara che avrebbe compiuto 16 anni tra un mese, era scomparsa da un giorno e la sua famiglia con l’aiuto di alcuni volontari la stava cercando ovunque. Poi nel pomeriggio del 28 giugno la macabra scoperta: è stato rinvenuto il cadavere della 16enne ai margini del bosco.
Le indagini sull’omicidio Chiara Gualzetti si sono indirizzate neri confronti di un amico minorenne della ragazza, con cui aveva un appuntamento il giorno della sua sparizione. Il giovane è stato interrogato dai carabinieri, coordinati dalla Procura per i minorenni di Bologna. Nel corso dell’interrogatorio il giovane ha confessato l’omicidio ricostruendo la dinamica del delitto.
Una confessione spiazzante e lucida da parte del 16enne, anche se sul movente restano ancora dei dubbi dal momento che il ragazzo ha fornito diverse spiegazioni dal contenuto scioccante. Infatti il giovane ha rivelato agli inquirenti di aver agito trascinato da una sorta di voce interiore, che lo avrebbe spinto ad uccidere Chiara: “Sentivo un demone, sono uscito di casa con un coltello per ucciderla”.
Dopo questa confessione avrebbe aggiunto che la stessa ragazzina gli avrebbe espresso il desiderio di morire. Il minore ha poi reso un’altra motivazione: ci sarebbe stato da parte di Chiara un interesse nei suoi confronti non corrisposto. Dopo il suo interrogatorio, la Procura per i minorenni di Bologna si è detta intenzionata ad eseguire un accertamento psichiatrico sul 16enne, che è stato portato in un centro di giustizia minorile in quanto accusato dell’ omicidio Chiara Gualzetti.
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