Recentemente, la mia famiglia è stata invitata al matrimonio di mio fratello: io, mio marito, nostra figlia di 21 anni e nostro figlio di 18 anni. L’unico escluso era nostro figlio più giovane, di 16 anni, perché la cerimonia è stata organizzata senza bambini. Ho chiamato mio fratello per confermare, poiché ero stata a matrimoni simili dove l’età minima era 13 o 16 anni. Mio figlio, essendo più grande, non avrebbe richiesto una supervisione stretta come un bambino piccolo. Mio fratello si è scusato, spiegando che non poteva fare eccezioni poiché alcuni dei suoi amici hanno bambini molto più piccoli e non voleva dare l’impressione di favoritismi. Ho accettato la decisione, capendo le ragioni di un matrimonio senza bambini, avendone organizzato uno simile io stessa in passato.
Mio fratello ha due figli di 16 e 17 anni dal suo precedente matrimonio, e anche i figli di mia sorella, di 13 e 15 anni, sono minori. Presumendo che anche loro non fossero stati invitati, ho pianificato di far trascorrere la serata del matrimonio a mio figlio e ai suoi cugini in albergo, con piscina e servizio in camera, per rendere la serata piacevole. Il giorno dopo avremmo esplorato la città insieme, in modo che mio figlio non si sentisse escluso.
Quando ho condiviso il piano con mio fratello, l’ha trovato una buona idea, ma mia sorella è rimasta sorpresa, dicendo che i suoi figli erano stati invitati. Aveva chiesto a mio fratello e lui le aveva confermato che il limite era 13 anni, quindi mia nipote era inclusa. Siamo quindi tornati a parlare con lui, che ha ammesso che mio figlio era l’unico minorenne della famiglia immediata a non essere stato invitato, senza però dare una spiegazione chiara.
Io e mia sorella abbiamo deciso di non partecipare al matrimonio, sentendoci offese. Mia madre ci ha accusato di essere infantili e di deludere mio fratello, mentre la futura moglie di mio fratello era furiosa, affermando che c’era “un buon motivo” per cui mio figlio era stato escluso, senza però specificarlo. Anche mio cognato mi ha incolpato per la decisione di mia sorella di non partecipare, facendomi sentire in colpa e in dubbio se avessi fatto la cosa giusta. Ma ero davvero in torto?