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Mia suocera ha buttato via le medicine di mia figlia e vuole curarla con i cristalli

Redazione

cristalli

Recentemente, una madre si è trovata in una situazione drammatica e angosciante legata alla salute del suo giovane figlio di sei anni, affetto da asma. Il bambino, che segue un trattamento regolare a base di pillole e inalatori, è stato lasciato per qualche ora con la nonna paterna, una donna appassionata di rimedi naturali e cristalli. Tuttavia, ciò che avrebbe dovuto essere una tranquilla giornata di babysitting si è trasformato in un incubo.

Al ritorno a casa, la madre ha trovato il figlio in gravi difficoltà respiratorie, disteso sul letto e visibilmente affannato. La suocera, al posto di somministrare i farmaci prescritti, aveva deciso di mettere dei cristalli sul petto e sul collo del bambino, sussurrando parole incomprensibili. In preda al panico, la madre ha subito chiesto dove fossero i medicinali e l’inalatore, ma con orrore ha scoperto che la suocera li aveva gettati via, convinta che il bambino fosse “dipendente” da questi farmaci a causa della madre stessa.

suocera cristalli

La nonna credeva fermamente che i cristalli potessero guarire il bambino, ignorando completamente l’urgenza della situazione. La madre, disperata, ha immediatamente recuperato i farmaci dalla spazzatura e ha salvato il figlio, evitando così una tragedia.

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In seguito, in preda alla rabbia, ha cacciato la suocera da casa, intimandole di non tornare mai più. Tuttavia, questa situazione ha creato tensioni con il marito, il quale ora pretende che la madre chieda scusa alla suocera, nonostante il pericolo a cui era stato esposto il loro bambino.

Questa vicenda solleva questioni delicate su come le credenze personali possano influenzare decisioni critiche riguardo alla salute, soprattutto quando sono coinvolti i propri cari. È giusto far prevalere pratiche alternative e non supportate dalla scienza, mettendo a rischio la vita di qualcuno? La madre, comprensibilmente, si chiede ora se debba davvero scusarsi per aver protetto suo figlio in una situazione così estrema.

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