L’Olocausto è stato uno dei periodi più violenti, crudeli e devastanti della storia umana, che ha tolto la vita ad almeno 1,5 milioni di bambini ebrei, disabili, polacchi e dell’Unione Sovietica. Ma nel mezzo di questa catastrofe e dolore, eroi e angeli, hanno dato forza ai deboli e guidato verso la salvezza gli indifesi. Fra questo eroi non possiamo non parlare di Irena Sendler.
Irena era un’infermiera polacca, che durante l’Olocausto fece il possibile per salvare più di 2.500 bambini ebrei, che senza il suo aiuto sarebbero morti.
Per comprendere meglio la sua motivazione e il motivo per cui ha aiutato queste vittime, è necessario tornare un po’ indietro nella storia di questa grande signora.
Irena nacque il 15 febbraio del 1910 a Varsavia, Polonia. Suo padre, Stanislaw Krzyżanowski, era un medico molto noto e famoso che morì di tifo quando Irena aveva 7 anni.
Si era ammalato dopo aver curato alcuni pazienti, che altri medici avevano rifiutato di visitare, a causa della loro malattia contagiosa.
Questo atto, segnò profondamente Irena, che decise di fare il possibile per aiutare i più poveri e gli indigenti. E così fece, perché quando gli ebrei di Varsavia vennero rinchiusi nei ghetti, si unì alla OTAEGOTA, (la Commissione per gli aiuti ebraici).
Lavorando nel servizio di assistenza sociale del comune, ebbe da subito la possibilità di entrare e uscire dal ghetto, vestita da infermiera. Inoltre poteva portare cibi, medicine, vestiti e vaccini.
Fin dall’inizio, insieme ad altri collaboratori, trasportò i bambini fuori dai ghetti, collocandoli negli orfanotrofi e nelle famiglie affidatarie, che li tennero lontani da nazisti e morte certa.
Per fare ciò attivò tutti i mezzi che aveva a disposizione: nascose i piccoli nelle ambulanze già occupate dai feriti, nei carrelli, nelle bare e nei sacchi della spazzatura.
Irena Sendler, arrivò a drogarli pesantemente per far credere alle autorità che fossero morti.
Salvò in totale più di 2500 bambini. Proprio per questo il governo polacco propose di elevarla al rango di eroina nazionale. Una proposta che il Senato votò all’unanimità.
Nel 2007 le è stato riconosciuto il premio Nobel per la pace, che non ha mai ritirato a causa della sua morte, avvenuta nel 2008 all’età di 98 anni.
Negli anni diversi artisti hanno cercato di onorarla, la prima è stata l’autrice Anna Mieszkowska che nel 2012 ha pubblicato un libro in suo onore “Irena Sendlerowa: la madre dei bambini dell’Olocausto”.
Anche Bernard Dan le ha reso omaggio in un romanzo, mentre nel 2009 è stato prodotto un film autobiografico su di lei.
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