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Il gruppo sanguigno può determinare il rischio di ammalarsi e la gravità dei sintomi del Covid-19 in caso di contagio. Gli studiosi spiegano perché

Alcuni mesi fa diversi ricercatori hanno rilevato che il gruppo sanguigno è associato al rischio di contrarre il Covid-19.

Una tesi confermata da due nuovi studi pubblicati il 14 ottobre 2020 sulla rivista Blood Advances.

In base ai risultati resi noti da un articolo pubblicato su Sudouest, i soggetti che hanno il gruppo sanguigno 0 hanno meno probabilità di risultare positivi al Coronavirus oppure di venir colpiti da un quadro patologico serio.

Ma queste conclusioni richiedono delle indagini più approfondite per asserire la loro certezza.

Dopo aver registrato i 40 milioni di casi di contagi, le ricerche da parte del mondo scientifico continuano con lo scopo di comprendere meglio i meccanismi per arrestare la pandemia da Covid-19.

Tra le conclusioni a cui sono approdati alcuni ricercatori si è rilevato che il gruppo sanguigno giochi un ruolo centrale sull’esposizioni al focus infettivo.

Un tema investigato da due recenti studi che hanno fatto un po’ più di luce sull’argomento, si fa riferimento a due studi pubblicati il 14 ottobre 2020.

Il primo di questi lavori riguarda un’indagine condotta sulla popolazione danese.

Il team ha analizzato un campione di oltre 473.000 persone testate per il Coronavirus con un gruppo di controllo di 2,2 milioni di persone nella popolazione globale.

Si è notato tra i pazienti positivi, che le percentuali più alte erano costituite da soggetti con gruppi A, B ed AB. Invece la percentuale di soggetti con gruppo sanguigno 0 era più bassa.

Il gruppo sanguigno è associato al rischio di contrarre il Covid-19: studio canadese

Il secondo studio si è svolto in Canada, in tal caso si sono analizzati 95 pazienti ricoverati a Vancouver con gravi malattie.

Gli scienziati hanno scoperto che gli individui con gruppo sanguigno A ed AB presentavano maggiori probabilità di ricorrere alla ventilazione meccanica, a causa delle conseguenze di danni polmonari più rilevanti rispetto agli altri pazienti Covid-19.

I ricercatori hanno anche evidenziato che i casi di insufficienza renale e dialisi erano più alti per i pazienti con i gruppi A ed AB.

Il team di ricerca ha appurato inoltre che la durata del ricovero era più lungo nel caso di soggetti con i due gruppi sanguigni. In base alle conclusioni degli scienziati, la media era di 13,5 giorni rispetto ai 9 giorni per i pazienti con i gruppi B e 0.

Ma hanno evidenziato che non c’era alcuna differenza nella casistica di pazienti con gruppo 0 o B e A o AB deceduti durante la loro permanenza in ospedale.

Le conclusioni degli scienziati su tale argomento di grande interesse clinico

Il dottor Mypinder Sekhon, autore dello studio canadese e medico di terapia intensiva presso il Vancouver General Hospital, in una sua intervista per la CNN ha precisato:

“Come medico, tengo a mente questo dato quando visito i pazienti e li seleziono. Ma in termini di marcatore finale, abbiamo bisogno di risultati più coerenti in diverse giurisdizioni che dimostrino la stessa cosa.

Se sei di gruppo sanguigno A, non devi farti prendere dal panico. E se sei di gruppo sanguigno 0, non sei libero di andare nei pub e nei bar” – ha concluso nel suo intervento lo specialista.

Per il Dr. Sekhon, le persone con Gruppo 0 hanno meno fattori chiave di coagulazione del sangue, il che li renderebbe meno esposti al rischio di soffrire di disturbi della coagulazione del sangue.

Per motivare la correlazione tra Covid-19 e gruppo sanguigno ha inoltre chiamato in causa gli antigeni dei gruppi sanguigni ed il loro ruolo nella produzione di anticorpi.

Lo specialista anche ha fatto riferimento alla possibile associazione dei geni con questi diversi gruppi ed il loro impatto sui recettori del sistema immunitario.

Uno studio pubblicato nel mese di giugno sul New England Journal of Medicine ha messo in evidenza che gli individui con gruppo sanguigno A potrebbero essere più vulnerabili al Covid-19, ma non si devono tralasciare altri fattori di rischio che incidono più pesantemente.

Secondo la tesi di Torben Barington, professore clinico all’Odense University Hospital ed autore dello studio danese non si conosce ancora se c’è qualche tipo di protezione offerta dal Gruppo 0 o se si tratta di una maggiore vulnerabilità da parte degli altri gruppi sanguigni.

Il Dottor Barington è però convinto che questi risultati siano di interesse scientifico, e che i meccanismi scoperti siano utili per fornire una migliore assistenza terapeutica.

Sebbene ci siano diverse opinioni in merito su tale tema, i ricercatori non sanno ancora quale sia il vero meccanismo che potrebbe spiegare la diretta associazione tra Covid-19 e gruppo sanguigno, perciò proseguono le osservazioni scientifiche.

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