Follia a Napoli, in piena psicosi da coronavirus, dove un medico e un infermiere hanno subito un’aggressione durante l’effettuazione di alcuni tamponi.
I due professionisti adesso sono “fuori gioco”, in isolamento. E l’ospedale ha, di conseguenza, perso due validi alleati che finora si erano dati da fare per fronteggiare l’emergenza.
Forse per lui la fila era troppa o forse aveva cose più importanti da fare. Oppure semplicemente si tratta di una persona dallo scarso, scarsissimo senso civico.
Una mancanza, la sua, che lo ha portato a sputare contro un medico e un infermiere impegnati ad effettuare alcuni tamponi.
E’ accaduto a Napoli, all’ospedale Cotugno. L’uomo colpevole del gesto spregevole era in attesa di effettuare il tampone perché da giorni presentava tutti i sintomi della malattia.
“Sputare addosso a una persona quando si hanno, in un momento come questo, sintomatologie e febbre, equivale a sparare, non c’è differenza”, ha dichiarato il direttore del Cotugno.
Secondo le testimonianze, l’uomo, spazientito per la fila troppo lunga, avrebbe sputato in faccia al medico e all’infermiere, dopo essersi tolto la mascherina.
I due professionisti adesso si trovano in quarantena, mentre la zona dell’aggressione è stata liberata e sanificata.
Duro e legittimo il commento del direttore del Cotugno, Maurizio Di Mauro:
“Ho perso un medico e un infermiere validissimi che adesso devono state in isolamento e non possono dare, come hanno fatto finora il loro prezioso contributo. Sputare addosso a una persona quando si hanno, in un momento come questo, sintomatologie e febbre, equivale a sparare, non c’è differenza. Sono indignato, ci sono ragazzi che stanno dando l’anima. Stamattina ho visto i neo assunti, ragazzine di 23-24 anni che forse non sanno a che cosa stanno andando incontro, pronte a dare il loro contributo in questa battaglia contro il coronavirus”.
E’ stato diffuso lo studio che al momento può essere ritenuto il più importante sul Covid-19. Ci ha pensato il Chinese Journal of Epidemiology, un periodico fondato nel 1956.
La ricerca ha preso in esame oltre 70.000 pazienti, fra cui 44672 positivi al coronavirus. Secondo i risultati pare confermato che il tasso di mortalità aumenti con l’età.
Nello specifico ecco i dati:
Non solo, secondo le analisi pubblicate sul periodico cinese, pare che il virus sia più letale per gli uomini che per le donne: 2,8% contro l’1,7%.
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