Ogni mattina, esattamente alle 7, la suocera della protagonista la chiama senza eccezione. Non importa il giorno, che sia un giorno lavorativo o il fine settimana, la telefonata arriva sempre puntuale. La protagonista ha tentato più volte di affrontare l’argomento con gentilezza, chiedendole di smettere o almeno di non chiamare così presto, ma la suocera risponde sempre con la solita frase: “Cercherò di ricordarmelo”. Dopo molte settimane di questo comportamento, la donna arriva al limite della sopportazione, soprattutto perché le telefonate hanno anche causato notti insonni. Alla fine, esausta, decide di spingere la suocera a spiegare perché continui a comportarsi così, nonostante le richieste di fermarsi.
La risposta della suocera è sconvolgente: “Ti chiamo perché voglio essere sicura che tu stia ancora respirando.” A quel punto, la protagonista è perplessa e le chiede perché mai dovrebbe pensare che qualcosa non vada. La suocera, dopo un momento di silenzio, le racconta che suo marito le aveva confessato tempo prima che la moglie, durante il sonno, parlava nel sonno e mormorava frasi inquietanti, come non svegliarsi mai più. Da quel momento, la suocera si era spaventata a tal punto da pensare che un giorno potesse succedere davvero qualcosa di grave.
La rivelazione lascia la donna confusa. Si rende conto che la suocera non aveva intenzione di disturbarla, ma che il suo comportamento nasceva da una profonda paura e preoccupazione per la sua salute. Non cercava di infastidirla, bensì di assicurarsi che stesse bene e fosse ancora viva.
Alla fine, la protagonista si trova di fronte a un dilemma: dovrebbe essere arrabbiata per le chiamate continue che le hanno causato così tanto stress o sentirsi toccata e commossa dal fatto che sua suocera si preoccupi così tanto per lei? Il racconto si conclude con questa riflessione, lasciando aperto il dubbio su quale sentimento prevarrà.
