Argomento delicato quello sulle punizioni scolastiche in un momento in cui i rapporti tra genitori e insegnanti di scuola sembrano sempre più tesi e inconciliabili.
Le punizioni scolastiche sono sempre esistite. In passato c’erano le sculacciate, le bacchettate sulle nocche delle mani, l’inginocchiamento sui ceci (o sassolini) o lo stare in piedi reggendo con ciascuna mano un secchio d’acqua.
Già nel 1961, con la Carta sociale europea, le punizioni corporali furono vietate, anche se bisogna aspettare molti anni prima di vedere il divieto applicato e non ovunque.
In Italia, per esempio, non esiste una legge vera e propria in merito, ma nel 1996 la Corte Costituzionale si è espressa contro le punizioni corporali come metodo educativo o di correzione.
Ma siamo sicuri che punizioni mortificanti come la pubblica umiliazione facciano meno danni sui bambini e sulla loro autostima?
Quella che vi raccontiamo oggi, è la storia della famiglia di Hunter, che sfortunatamente non ha molte possibilità economiche e la cui macchina un giorno si ruppe.
Per questo motivo, il bambino di 6 anni dovette recarsi a scuola a piedi. Arrivò purtroppo in ritardo e per punizione fu messo pubblicamente in imbarazzo dai suoi insegnanti durante l’ora di pranzo.
La madre di Hunter, Nicole, immaginava che il bambino sarebbe stato punito per il ritardo, ma era ben lontana dall’immaginare quale sarebbe stata la punizione.
Durante l’ora di pranzo, Nicole decise di visitare Hunter alla Grants Pass School per vedere se tutto andasse bene.
Ma quando entrò nella sala da pranzo rimase scioccata: il piccolo era seduto da solo ad un tavolo con un cartone davanti al viso.
Non poteva vedere o parlare con i suoi amici !
C’era anche una scritta umiliante e Hunter stava piangendo.
La madre era così arrabbiata che decise di fare una fotografia per portare tutti gli altri genitori a conoscenza dell’accaduto.
Di solito suo figlio non arrivava mai in ritardo a scuola e quella mattina si era trattato solo di pochi minuti.
Nulla giustificava quella severità umiliante. Anche la nonna del piccolo si rattristò molto per l’accaduto e decise di pubblicare la fotografia sui social network per spiegare l’accaduto.
Il caso divenne rapidamente virale e la comunità si riunì per aiutare il ragazzo, offrendo alla famiglia un’auto nuova in modo che non accadessero più ritardi.
Dopo il forte sdegno dimostrato da tutta la comunità, la scuola ha deciso di porre fine alla punizione del cartone che usavano regolarmente.
Cosa ne pensate? Trovate giuste queste punizioni che umiliano pubblicamente un bambino?
Lasciateci la vostra opinione e condividete per conoscere quella dei vostri amici.
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