Ha solo 36 anni questo padre single e gay, ma da tutta la vita si dedica ad aiutare le persone più umili e bisognose.
La storia di Pablo Fracchia è una di quelle storie tristi e meravigliose. Sempre in prima linea, Pablo ha prestato il proprio aiuto laddove accadevano catastrofi, inondazioni, incendi.
Ma da qualche tempo la sua vita è cambiata completamente. Pablo non respira più solo polvere, tristezza e dolore, ma felicità e amore.
Si, perché questo padre single e gay, ha adottato una bellissima bambina. Certo, la bimba ha alle spalle un passato difficile pur essendo così piccola.
Ha vissuto da sola in ospedale per un lungo anno dopo essere stata abbandonata dalla sua famiglia. Mia, questo il nome della bimba, si trovava in ospedale a causa di una perforazione intestinale.
Pablo, venuto a conoscenza della sua storia, aveva inoltrato la richiesta di adozione insieme ad altre 4 famiglie disposte anche loro a prendersi cura della bambina.
Una richiesta che questo padre aveva inoltrato senza farsi troppe speranze.
“È difficile che affidino un bambino ad un uomo single e gay. Ero quasi tentato di rinunciare al mio sogno di diventare padre”, racconta Pablo.
“Mi sono sentito anche in colpa, per un certo periodo, di non essere etero. Ma una brava psicologa mi ha aiutato a superare quel momento”.
“Avevo parlato con la mia famiglia del mio desiderio di adottare Mia. Volevo sapere se fossero disposti ad aiutarmi e mi diedero tutto il loro appoggio. Ne erano felici”.
“Mi dissero che mi avrebbero fatto sapere il giorno dopo, ma mentre ero a pranzo con mia madre, poche ore dopo, squillò il mio telefono “.
“Era la segretaria del giudice, prosegue a raccontare Pablo, mi disse: ’Sei sempre con tua madre? Preferiremmo non darti questa notizia mentre sei da solo’. Al mio assenso la donna proseguì: ’Abbiamo scelto te. Puoi adottare la bambina”.
Da quel giorno la vita di Pablo è cambiata completamente.
“Io e la bambina ci innamorammo all’istante. Due settimane dopo viveva qui a casa mia”.
“Mia aveva un’anno e mezzo, ma non parlava e non camminava. Capii bene perché il giudice mi disse ’abbiamo scelto te perché la bambina aveva bisogno di una persona che l’abbracciasse per un anno intero’. Ed è quello che faccio. Dal giorno che l’ho conosciuta”.
Oggi la piccola Mia è una bambina felice.
Cammina, parla, ride… tutto grazie al suo papà. Un padre single e gay, si, il papà migliore del mondo.
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