“Ha cercato di ucciderci più e più volte! ” È il grido pieno di dolore e terrore di una madre americana riferendosi alla figlia adottiva di 9 anni. La storia di Kristine Barnett, 45 anni e di suo marito Michael Barnett , 43 anni, sembra la trama di un film dell’orrore. Ma non lo è.
Kristine è madre di tre figli e affermata scrittrice di libri per genitori. Nel 2010 con suo marito Michael, decise di adottare la piccola Natalia, una bambina originaria dell’Ucraina di 6 anni affetta da nanismo. O almeno, questo è quello che si pensava prima che una sconvolgente verità venisse a galla tre anni dopo.
Natalia in realtà, di anni ne aveva 22 quando si sono verificati i fatti che vi riportiamo, era ed è sociopatica ed ha tentato più volte di uccidere Kristine. Oggi i coniugi sono accusati di averla abbandonata tre anni dopo (quando secondo i documenti falsificati aveva 9 anni), in un appartamento a Lafayette, Indiana, nel 2013 e di essere fuggiti in Canada.
Secondo l’accusa la coppia ha abbandonato a se stessa la figlia adottiva nonostante ella nel 2013 fosse minorenne e affetta da una rara forma di nanismo che le crea, oltretutto, problemi motori.
Kristine e Barnard si trovano a dover rispondere all’accusa di negligenza criminale, ma la loro difesa racconta una realtà sconcertante.
La famiglia adottiva sostiene che i documenti di Natalia sono falsi e che ella avesse in realtà 19 anni all’epoca dell’adozione. Ma non è tutto. Natalia in passato aveva minacciato più volte di voler pugnalare la famiglia nel sonno ed aveva cercato di avvelenarli con la candeggina.
Un giorno spinse addirittura Kristine verso una recinzione elettrica. Fortunatamente il tentativo non andò secondo le sue intenzioni.
In una intervista rilasciata al Daily Mail la donna ha raccontato:
“Minacciava di ucciderci tutti nel sonno, disegnava le nostre morti, studiava dei piani per eliminarci. Un giorno l’ho vista mettere sostanze chimiche, candeggina, Windex qualcosa del genere, nel mio caffè e le ho chiesto, “Cosa stai facendo?” – mi ha risposto- “Sto cercando di avvelenarti.”
“I media mi stanno dipingendo come un mostro per aver abbandonato un bambino, ma qui non c’è nessun bambino.” Continua a raccontare Kristine riferendosi alla figlia adottiva.
“Ero sorpresa all’inizio, non capivo. Natalia era una donna a tutti gli effetti. Aveva il ciclo, aveva i denti da adulta. Non è mai cresciuta di un centimetro, cosa che accade anche ad un bambino affetto nanismo.
Tutti i medici che l’hanno visitata, hanno confermato che soffre di una grave malattia psicologica riscontrabile solo negli adulti. Natalia saltava fuori dalle macchine in movimento, spalmava sangue sugli specchi, faceva cose che non è possibile nemmeno immaginarle compiute da un bambino.
Kristine e suo marito in quel periodo non allertarono le autorità per amore della figlia adottiva che comunque amavano e consideravano parte della famiglia. Ma le stranezze erano veramente tante …
“Mentre le facevo il bagno notai che aveva i peli pubici, rimasi scioccata. Possibile in una bambina così piccola? In seguito mi è stato chiaro che non lo era.”
Un test di densità ossea eseguito dal loro medico, accertò che Natalia era molto più adulta dell’età dichiarata sui documenti di adozione.
Nel 2013, in seguito al peggioramento della sua salute mentale, peggiorata al punto da essere considerata un pericolo per gli altri, i genitori portarono la figlia in un ospedale psichiatrico. Lì Natalia avrebbe confessato di avere 22 anni, oltre alle sue intenzioni di voler uccidere tutti i membri della famiglia adottiva.
Il giudice che si occupò del caso, stabilì il suo anno di nascita nel 1989, in modo che Natalia potesse ricevere l’assistenza prevista per gli adulti. I Barnetts quindi, le offrirono un appartamento, del denaro, le diedero persino la possibilità di iscriversi al college e si trasferirono in Canada per ritrovare la serenità perduta.
Ma per Natalia la storia non poteva finire così. Lasciata sola, ha iniziato a recitare di nuovo la parte della bambina, abbandonata dai genitori adottivi questa volta e si è rivolta alle autorità.
I Barnetts, che nel frattempo hanno divorziato, si ritrovano oggi al centro di un’indagine che deve ristabilire ancora una volta la verità. Kristine, stanca, affranta, dichiara infine nella lunga intervista:
“Sono stata cooperativa tutto il tempo e sono stata sincera con le persone tutto il tempo. Sono stata accusata dallo stato dell’Indiana di crimini contro un bambino quando lo stato dell’Indiana stesso ha determinato più volte che Natalia è adulta.
Dal primo giorno questa è stata una missione d’amore. Ma quando porti un bambino a casa, ti aspetti che sia un bambino. Essere accusati di questo è inconcepibile per me. È semplicemente orribile.”
Quello che ci auguriamo è che la verità venga definitivamente stabilita e che Natalia riceva tutte le cure adeguate, bambina o adulta che sia, per vivere finalmente una vita più serena.
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