La decisione di questa insegnante di lasciare il lavoro, spiegando la sua difficile scelta, deve interrogare la coscienza di tutti.
La vicenda arriva dagli Stati Uniti, ed ha per protagonista Jessica Gentry, insegnante presso una scuola materna da 12 anni.
Jessica amava ed ama il suo lavoro, e quindi la decisione di lasciare l’insegnamento dopo 12 anni non è un capriccio o la ricerca di un posto migliore, bensì qualcosa di più profondo.
Purtroppo negli ultimi tempi, anche in Italia, abbiamo assistito a diversi episodi che hanno visto gli insegnanti protagonisti.
Se da un lato sono state rese pubbliche testimonianze nelle quali la condotta di taluni era deprecabile, dall’altra era il contrario.
Tra comportamenti dei genitori e maleducazione degli alunni abbiamo constatato come il compito di un insegnante sia diventato molto delicato.
Ecco quindi che la vicenda e la scelta di Jessica forniscono spunti sui quali riflettere profondamente.
La giovane insegnante ha spiegato in un post la sua scelta, dolorosa e difficile. Ha motivato la decisione con questi punti che andiamo a vedere insieme.
Lo abbiamo accennato in precedenza, a proposito di episodi accaduti anche in Italia recentemente. “Oggi i genitori – spiega l’insegnante – sono oberati di impegni e lavoro.
Ecco quindi che non svolgono più il ruolo che deve essere primario per loro, quello di educare, fornire l’esempio, ma abbandonano i figli con un videogioco.
Questo provoca danni irrepararbili sulla psiche e sul comportamento dei figli, e rende il compito di un insegnante enormemente difficile.”
“La conseguenza di questa situazione, continua Jessica, è quella di non riuscire più ad avere rapporti umani sinceri e profondi.
Proprio questo è il punto fondamentale della sua scelta di abbandonare il lavoro. Il ruolo di un insegnante si fonda sul rapporto umano.
Se questo non è più possibile anche le nozioni tecniche o la competenza perdono gran parte, se non tutto, del loro significato.
La scuola e l’insegnamento, prosegue l’insegnante americana, possono sicuramente trarre beneficio dalla tecnologia, a patto che essa non diventi totalizzante.
Molti bambini e ragazzi oggi faticano a leggere e a comprendere quello che ruota intorno a loro, e si rifugiano in un mondo virtuale lontano da quello reale.
Se anche la scuola punta tutto sulla tecnologia perde la sua funzione primaria, che è quello di insegnare ed accompagnare.
Una scuola così – conclude Jessica – non rappresenta più il mio ideale, e per questo ho deciso di lasciare un lavoro che amavo ed amo ancora.”
Riflessioni importanti, che mettono a nudo uno spaccato della nostra società sul quale riflettere con molta attenzione.
Un invito alla lettura:
A volte, anche le relazioni che sembrano normali nascondono aspetti che emergono solo quando la…
Una settimana dopo la morte improvvisa di mio marito, che aveva solo 35 anni, mi…
Angela, 33 anni, non avrebbe mai immaginato che la sua vita familiare, stabile e serena,…
Ci sono storie che lasciano un segno indelebile, e quella di questo uomo ne è…