Secondo un documentario della BBC, oltre la metà dei campioni di ghiaccio presenti nelle bevande dei fast food (Burger King, KFC e McDonald’s), sono contaminati da batteri.
L’inchiesta è stata effettuata dopo la rivelazione che nelle bevande di Starbucks, erano state rilevate tracce di batteri fecali. Che sono stati anche trovati nell’acqua potabile delle catene più famose.
Dei 10 campioni prelevati da ciascuna delle tre catene, 7 sono stati trovati contaminati da KFC, 6 da Burger King e 3 da McDonald’s.
Il rapporto ha anche classificato come “serie”, 5 delle 7 sostanze trovate nel ghiaccio di KFC.
Tony Lewis, direttore della politica e dell’istruzione presso il Chartered Institute of Environmental Health, ha dichiarato:
“Con questi dati, è necessario controllare anche le persone che maneggiano il ghiaccio e lo trasferiscono nelle bevande dei clienti. Per non parlare delle macchine, saranno abbastanza pulite?”
KFC ha dichiarato di aver completamente spento le macchine per il ghiaccio che sono state nominate nel rapporto.
“Stiamo aspettando i risultati di test indipendenti sul ghiaccio che confermeranno che soddisfa nuovamente gli standard che ci aspettiamo”, ha dichiarato un rappresentante della KFC alla BBC. “Per rassicurare i clienti, abbiamo anche ispezionato e pulito le macchine per il ghiaccio in tutti gli altri ristoranti nel Regno Unito. ”
E un portavoce di McDonald ha dichiarato: “Nulla è più importante della sicurezza dei nostri clienti e del nostro personale e continueremo a rivedere le nostre procedure e la nostra formazione. Lavorando a stretto contatto con i nostri team di catering per garantire che queste procedure siano seguite in ogni momento“.
Anche la risposta di Burger King non si è fatta attendere: “Pulizia e igiene sono la massima priorità. Questo rapporto ci offre l’opportunità di concentrarci sulle nostre procedure di formazione e di garantire che tutte le operazioni e gli standard di sicurezza siano seguiti in tutti i ristoranti Burger King®”.
In seguito all’uscita di questi rapporti, Bill Marler, un avvocato per la sicurezza alimentare, ha parlato degli alimenti, che lui stesso si rifiuta di mangiare.
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