Il microbiologo dell’Università di Padova ha spiegato ai microfoni Notizie.com le sue opinioni sulla situazione attuale del nostro Paese: Andrea Crisanti ha così fatto chiarezza sui contagi, precisando quali dovrebbero essere, secondo il suo parere, le misure per tenere sotto controllo la situazione. L’esperto intervistato da Enrico Camelio ha fatto chiarezza sulla variante Omicron che imperversa non solo l’Italia. Commentando il dilagante numero dei casi, Andrea Crisanti ha dichiarato: “Come misura per bloccare la trasmissione i non vaccinati hanno un contributo marginale, la maggior parte dei casi, di questi 120.000 magari o di più, sono i vaccinati, sono loro che contribuiscono in maniera elevata a diffondere il virus”.
Con un piglio critico l’esperto ha poi aggiunto: “Per me c’è stato un corto circuito di comunicazione da parte del governo che ha sbagliato, è pur vero che i non vaccinati si ammalano e occupano posti in terapia intensiva, ma non sono loro la maggiore causa di trasmissione del virus, bensì i vaccinati“.
Soffermandosi sulla variante Omicron ha ribadito che espone ad una malattia lieve e breve in caso di infezione nei soggetti vaccinati con due e tre dosi, invece le persone non vaccinate possono andare incontro a malattie gravi. “Omicron ha una capacità nella diffusione respiratoria delle persone che non si era mai vista. Se questo virus infetta sei o sette volte di più rispetto all’influenza, è normale che crea un peso sul sistema sanitario sette volte peggiore” – la spiegazione del microbiologo.
A proposito poi dell’annuncio da parte di Pfizer di vaccino aggiornato per marzo, Crisanti ha affermato con un certo cinismo: “Va bene, ne siamo contenti, ma è anche vero che adesso siamo in piena trasmissione virale, e bisogna farlo anche se ne arriva uno nuovo”. In conclusione della sua intervista, il professor Crisanti ha illustrato anche il suo parere sulle misure da adottare per evitare la diffusione del virus, segnalando la necessità di porre un freno alla trasmissibilità del Covid chiudendo i principali luoghi di aggregazione come gli stadi ed i ristoranti. Secondo l’esperto per preservare la scuola in presenza la soluzione è quella di rivedere l’accesso ai ristoranti e contenere anche la capienza negli stadi.
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